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Porto di Taranto: goffa corsa contro il tempo

Un incontro interlocutorio, l’ennesimo, per provare a capire quale strada seguire per fare in modo che TCT (società terminalista di cui Evergreen è azionista al 40%, le altre quote sono di Hutchinson 50% e gruppo Maneschi 10%), non abbandoni definitivamente il porto di Taranto pur avendo dal 2001 in concessione la banchina del molo polisettoriale sino al 2061. E soprattutto per trovare una sintonia di intenti e di azioni, oltre che di contenuti. Perché il problema, oggi più che mai, è che i margini di trattativa si assottigliano ogni giorno di più, visto che, a quanto pare, Roma e Taranto parlano due lingue diverse (“incredibile ma vero”).

Lo si evince apprendendo i contenuti della proposta che la presidenza del Consiglio ha inviato la scorsa settimana alla TCT, che è inferiore ai contenuti dell’accordo per il rilancio del porto di Taranto stipulato nel giugno del 2012, nonché all’ultimo crono programma presentato agli azionisti di TCT nell’incontro dello scorso ottobre. Il 2015 e il 2016 infatti, secondo la proposta del governo, sarebbero utilizzati per l’esecuzione dei lavori: soltanto nel 2017 sarebbe prevista una ripresa del traffico merci stimata intorno ai 200mila TEU l’anno, mentre si tornerebbe a marciare a regime nel triennio 2018-2021 con una media di 800mila-1 milione di TEU l’anno. Presupposto perché ciò si realizzi nei tempi proposti, è che Evergreen faccia rientrare a Taranto il traffico portato a partire dal 2001 al Pireo (due linee internazionali) oltre che i feeder che dal mese di maggio saranno dirottati nel porto di Bari. Oltre al rinnovo della cigs e la condivisione del cronoprogramma dei lavori di adeguamento al terminal. Date e cifre che non hanno per nulla soddisfatto e convinto gli azionisti di TCT. E che potrebbero addirittura comportare ben 180 licenziamenti da parte della società terminalista, sui 570 lavoratori a cui scadrà la cassa integrazione straordinaria il prossimo 28 maggio.

Il Governo, ha riferito ieri il presidente dell’Authority, “ha chiarito che quella proposta è un po’ una sintesi delle varie posizioni, comprese quelle espresse dal terminalista”. Ma in realtà i contenuti del documento proposto dal governo a TCT, non è piaciuto né a Prete né ai sindacati. Le tappe concordate nella giornata di ieri, prevedono che nei primi di maggio si svolga a Palazzo Chigi una riunione solo istituzionale sul porto (Authority, enti locali e ministero dei Trasporti), che i sindacati incontrino il ministero del Lavoro per esaminare il rinnovo della cassa integrazione per i 570 di TCT che scade a fine maggio, e che ci sia un successivo passaggio a Palazzo Chigi tra Governo, istituzioni e terminalista per chiudere l’intesa su una proposta condivisa per il rilancio del terminal e del porto di Taranto.

La sensazione è che si stia tentando in tutti i modi a correre ai ripari per salvare una situazione che rischia seriamente di compromettere in maniera irreversibile il futuro economico di questa città. Eventualità che chiamerebbe in causa, come sempre, l’intera comunità ionica, nessuno escluso. Intanto, sempre ieri il sottosegretario De Vincenti, ha fissato per il 20 maggio la riunione di costituzione del Tavolo per il Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) per dare attuazione all’art.5 della Legge 20/2015.

Concludiamo informando che proprio ieri, in attesa di pubblicizzare i risultati di traffico registrati nel 2014, l’Autorità Portuale del Levante ha comunicato che nei primi tre mesi del 2015 nel porto di Bari sono transitati oltre 151mila passeggeri, con un incremento del +3,6% sul primo trimestre dello scorso anno (nel primo trimestre del 2013 i passeggeri erano stati 160mila). Il traffico dei veicoli è stato di 54mila unità, di cui 30mila camion e rimorchi (+3,2%). Il dato commerciale relativo alla Grecia è cresciuto del +7,7% totalizzando il transito di quasi 18mila veicoli pesanti.

Inoltre l’Authority portuale barese ha reso noto che nel comparto merci il dato complessivo ha totalizzato un aumento percentuale pari a quasi il +34% sul primo trimestre del 2014 grazie alle performance del grano (+39%) e del general cargo (+60%). I container hanno registrato un +45% con un totale di quasi 12mila TEU e con un incremento del +79% dei soli container pieni. La gran parte dei quali sono quelli che sarebbero dovuti essere destinati da Taranto sin dallo scorso 1 gennaio. Chapeau.

Gianmario Leone

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