“Manifesto della Città Vecchia e del Mare”: la replica di Vadalà

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Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Pasquale Vadalà, curatore del  “Manifesto della Città Vecchia e del Mare”, che replica alla lettera aperta di Marina Basile, apparsa sul nostro sito nei giorni scorsi (link).

manifestoIn merito alla lettera pubblicata a mezzo stampa da Marina Basile circa il “Manifesto della Città Vecchia e del Mare”, nella veste di curatore ed editor dell’omonimo abstract, da cui la summenzionata tanto apertamente si dissocia, mi vedo costretto far presente che la mia opera è stata prestata secondo più che adeguati standard di correttezza e professionalità. Talora anzi ai confini dell’abnegazione, in considerazione dell’alta valenza del percorso di ascolto, della molteplicità degli autori, della veste editoriale autoprodotta. Nonché della mia, pur sofferta, cittadinanza. Non posso pertanto concordare con passaggi della lettera quali quelli in cui si individuano “importanti imprecisioni in citati organismi istituzionali” o “termini discriminatori, repressivi” nei testi.

Ma soprattutto che “la parte […] affidata” sia “stata completamente cestinata, conseguentemente negata e sostituita da altro testo, mandando all’aria il risultato di scambi con i residenti, riflessioni e visioni in forma comunitaria” è affermazione antitetica a verità. Tale da non rispecchiare affatto, per diretta costatazione, né la metodologia del Comitato, estremamente inclusiva seppur perfettibile, né la mia personale, rivolta con accuratezza al miglior esito rispetto ai tempi pattuiti e lontana da censure o “negazioni” di sorta. Come è ben noto e altresì dimostrabile, in qualsiasi momento.

Al proposito, pare il caso di ricordare che l’abstract è tale perché gli avrebbe fatto seguito la pubblicazione definitiva, corredata delle trascrizioni dirette degli interventi orali ai tavoli, senza filtri di sorta. Quale maggiore testimonianza di trasparenza e interesse alla viva voce dei cittadini non saprei davvero immaginare… Pur nella consapevolezza di quanto gli argomenti trattati siano inevitabilmente “viscerali” per Marina Basile e non per lo scrivente, pur nel rispetto assoluto dell’inviolabile signoria autorale sul proprio nome, di cui dovrà tenersi debito conto, auspicherei in futuro una maggiore ragionevolezza. E fors’anche razionalità. Quelle sì, ben più che una “lingua speciale”, mi paiono indispensabili a questa città ed all’isola.

 

 

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