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“Il porto di Taranto non deve morire”: noi non molliamo

Il comitato “IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE” registra ed osserva in maniera davvero aspra l’attuale situazione circa la vertenza della Taranto Container Terminal s.p.a. Come ormai noto, in prossimità della ultima scadenza ormai davvero imminente della CIGS cassa integrazione straordinaria prevista per il 28 maggio, nulla di concreto si muove. Purtroppo,  a mesi di distanza dal  famoso incontro romano del 30 ottobre scorsa, il quale a detta delle cronache ed essendo stati presenti, potenzialmente poteva sembrare risolutivo, al contrario invece ci troviamo ancora in un stato di completo stallo con ulteriori e gravosi peggioramenti davvero preoccupanti. Per noi del comitato “IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE”  prende sempre più forma l’idea triste della mobilità di 530 operatori di Tct , questo vuol dire svuotare un individuo, questo vuol dire togliere la dignità a tutte quelle famiglie che campano per il cosiddetto lavoro sancito dalla nostra costituzione.

Pensiamo questo in virtù delle ultime notizie ormai note, cronache di un disastro da noi già abbondantemente denunciato ed annunciato più volte anche in passato, quando noi del comitato, subito dopo la presentazione del cosiddetto cronoprogramma da parte dell’Autorità Portuale di Taranto, abbiamo chiesto nell’immediato di far condividere in maniera davvero celere il  cronoprogramma con tutti gli azionisti della Taranto Container Terminal s.p.a., non pensavamo certo ad uno scenario simile, immaginavo soltanto che bisognava fare presto per scongiurare tutto questo bruttissimo presente purtroppo per noi davvero pesante.

Forse, non avremmo dovuto aspettare di certificare e purtroppo invece lo abbiamo fatto tutti, il completo disinteresse da parte di Evergreen, prima con una nota presso palazzo Chigi ad indirizzo di Delrio (all’epoca sottosegretario alla presidenza del consiglio e attuale ministro dei Trasporti ) dove la nota della Holding del gruppo Evergreen che controlla Tct appunto mostrava il suo completo disinteresse verso il porto di Taranto, (lo stesso sottosegretario alla presidenza del consiglio Delrio subito dopo aver ricevuto tale comunicazione fu costretto ad una sua presenza su Taranto). Ma questo non basta perché poi per rafforzare il suo disimpegno nei confronti del porto di Taranto la compagnia “Evergreen Line” in data 13 aprile 2015 ha comunicato l’attivazione del suo nuovo servizio dal Pireo – Bari e lo annunciato a tutti i suoi clienti. Questo per noi del comitato “IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE” sembra un vero proprio schiaffo prima a noi e poi all’intero territorio ionico.

Se poi , a tutto questo aggiungiamo, il netto ritardo del cronoprogramma
(ammodernamento banchina, dragaggi, vasca di colmata,  diga foranea, inagurazione imminenti, ricorsi al Tar e  autorizzazioni varie, mancati impegni della Tct ) e tutti  gli interventi previsti dal lontano accordo tra le parti del 2012 (ed in quella occasione si parlava di esuberi avanzati da Tct poi trasformati in CIGS fino al 28 maggio p.v  per ristrutturazione/e crisi) non crediamo serva uno studio scientifico per acclarare un mancato risultato davvero eccellente sotto gli occhi di tutti.

Nessuno ha fatto ciò che era nelle cose e nessuno ha voluto sistemare in maniera netta e  concreta l’intera situazione. L’intera vertenza è stata per anni forse addirittura nascosta e mascherata. Erano gli anni in cui diventavano disoccupati altri colleghi di altre società operanti nella Taranto Container Terminal s.p.a. Erano anni in cui  il porto era vivo. Erano anni in cui i numeri parlavano un’altra lingua.

Invece il triste epilogo si sta mostrando con il conto più salato, ma le conseguenze alla fine le pagheranno solo i lavoratori Tct . “Il PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE” sicuramente crede sia ancora necessario un impegno davvero più   forte da parte di tutti ed in particolare le istituzioni autorità competenti locali e governative devono e possono darci delle risposte risolutive, dopo 3 anni di sacrificio comune, sia dei 530 lavoratori della Tct sia  dell’intero indotto. Crediamo sia arrivato davvero il momento di mettere la parola fine ad una vertenza molto angosciante.

Perché, a fronte di questo scenario, crediamo che sia davvero improponibile ciò che dice qualche voce  più o meno attendibile in queste ore. Ci riferiamo a  quanti pensano che noi dovremmo fare ancora sacrifici. Non si può dire ad alcuni operatori: “Tranquilli, se Tct chiude bisognerà fare 2 anni di sacrifici in attesa di trovare altri investitori interessati allo scalo di Taranto”. Questo messaggio non lo possiamo neanche immaginare,  è davvero deludente, offende la nostra intelligenza ed anche quella di chi la propone. Nel frattempo noi operatori cosa dovremmo fare? Aspettare cosa? Il rischio che si correva 6/7  mesi fa ci sta travolgendo. Quindi, consapevoli che tra meno di 40 giorni  si concluderà questa vertenza, noi  non molliamo e ribadiamo davvero a gran voce “IL PORTO DI TARANTO NON DEVE MORIRE “.

NOTA STAMPA DEL COMITATO



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