Amat Taranto, l’Adiconsum denuncia “persistenti disservizi”
L’Adiconsum si fa carico di tutta una serie di segnalazioni e proteste ad essa pervenute da parte di cittadini di Taranto, circa lo stato del trasporto urbano gestito dall’Amat S.p.A. di cui denuncia persistenti disfunzioni e disservizi ed ai cui dipendenti esprime solidarietà e sostegno convinto.“Abbiamo verificato, anche personalmente, la presenza di paline di varie fogge alle fermate, da quelle di ultima generazione ad altre con l’antenna radiomobile, che avrebbe dovuto indicare l’avvicendarsi dei mezzi alle fermate, giungendo però all’amara conclusione che si tratta di un progetto, quest’ultimo, di qualche decennio fa mai avviato” annota Antonio Bosco, Presidente territoriale dell’Associazione dei Consumatori promossa dalla Cisl.
“E che dire della varietà di pensiline da terzo mondo, con il solo tetto, con tre lati che dovrebbero riparare dalle eventuali intemperie, sia con sedili che senza – incalza Bosco – ma il massimo dell’ilarità si prova leggendo un cartello comparso su una palina di via Dante angolo via Cagliari ‘Abbiamo tolto la pensilina per motivi di sicurezza. La nuova sarà collocata dopo le festività’ dove però non si specifica quali sarebbero queste festività: Natale, Pasqua, Epifania, San Cataldo, Ferragosto…?”.
Il presidente Adiconsum segnala, inoltre, che “gli autisti indossano in prevalenza abiti scuri personali o, in pochi altri casi, divise rattoppate e a quanto è dato sapere è da ben quattro anni che non viene assicurato loro il vestiario dall’Azienda, come da contratto”. Non per ultimo, segnalazioni e proteste hanno riguardato l’insufficienza strutturale del parco macchine “che determina specie in orari di punta almeno 40 minuti di attesa tra un autobus e l’altro” nonché la dotazione “di dispositivi per l’accesso ai disabili che su molti mezzi sono in prevalenza manuali anziché elettrici mentre su molti altri non ci risulta che si siano”. Taranto, che è la terza città dell’Italia peninsulare, la tredicesima in campo nazionale per abitanti, conclude Antonio Bosco “non può subire tutto questo. E’ una vergogna! Verificheremo con i nostri legali se vi sono gli estremi per rivolgerci alla Procura della Repubblica”.