1) L’EFSA afferma che “non c’è dimostrazione scientifica che i funghi tracheomicotici sono l’agente primario del rapido declino degli ulivi osservato” in Puglia e raccomanda ulteriori ricerche scientifiche sulla biologia degli agenti infestanti, al fine di ottenere una più ampia conoscenza di questo complesso problema. Questo non significa che sia stato dimostrato che l’agente primario è la Xylella e non i funghi stessi, ma solo che a tutt’oggi le evidenze scientifiche non sono sufficienti a stabilire con certezza il ruolo relativo svolto da queste due con-cause (a cui va aggiunta anche la falena Zeuzera Pyrina) del disseccamento degli ulivi.
2) L’EFSA, d’altra parte, riconosce la necessità di approfondire la ricerca “per colmare le attuali lacune nella conoscenza” della sindrome del disseccamento rapido e delle sue cause. “E’ necessario capire il contributo dei diversi agenti sospettati di essere coinvolti nella sindrome del declino rapido degli ulivi: la falena leopardo (Zeuzera Pyrina), i funghi tracheomicotici, la Xylella fastidiosa e gli insetti che ne sono i vettori” afferma l’Autorità di Sicurezza Alimentare nelle conclusioni del suo parere. Inoltre, l’EFSA non mette in discussione il fatto che i funghi provochino il disseccamento delle foglie negli ulivi.
3) Peacelink aveva sottoposto all’attenzione della Commissione Europea anche i metodi di cura tradizionali e alternativi che combattono i funghi e la Zeuzera, e che sono stati sperimentati finora con successo dall’Associazione Spazi Popolari e da vari ulivicoltori nel cuore dei focolai della Xylella in Salento. A questo proposito, l’EFSA precisa di non aver raccomandato una specifica strategia di controllo della Xylella, perché, in virtù della separazione tra valutazione del rischio (che le compete) e gestione del rischio, tale strategia di controllo è compito delle Autorità europee e nazionali. Tuttavia, l’Autorità di Sicurezza Alimentare raccomanda di condurre ricerche “basate sulla biologia degli agenti infestanti”, che possano “fornire indicazioni su come gestire in modo sostenibile un problema così complesso, attraverso l’attuazione di esperimenti ripetuti e ben progettati”.
Inoltre, l’EFSA “condivide la preoccupazione sulla situazione degli ulivi nelle aree interessate e comprende pienamente il bisogno di ulteriori ricerche sulle azioni potenziali del rischio causato dalla Xylella fastidiosa”. Peacelink invita il Governo italiano e la Commissione europea ad accelerare e moltiplicare gli studi sia in laboratorio che in campo, secondo un approccio pluralistico che incoraggi e finanzi istituti diversi affinché proseguano e affinino le ricerche, sottopondendole al più presto alla “peer review” della comunità scientifica.
Tali ricerche dovrebbero anche verificare i risultati positivi ottenuti dagli agricoltori salentini, ripetendo sotto rigorosa osservazione scientifica, e possibilmente corroborando e sistematizzando, i metodi di cura utilizzati in alternativa all’estirpazione degli alberi infetti e ai piani ormai inattuabili di eradicazione totale del batterio. Prima di prendere decisioni che avrebbero conseguenze irreversibili sull’ecosistema della Regione Puglia, è fondamentale acquisire una conoscenza più vasta ed approfondita del ruolo svolto dai diversi agenti infestanti, per minimizzarne i danni e per contenerne la diffusione.
Antonia Battaglia, Peacelink
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