Porto, incontro TCT-sindacati: la società “valuta l’offerta”
TARANTO – Nella giornata di ieri le organizzazioni sindacali Filt Cigl, Fit Cisl e Uilt Trasporti, hanno avuto un incontro con la dirigenza della TCT (Taranto Container Terminal). Dalla riunione è emerso che mercoledì la TCT ha ricevuto dalla Presidenza del consiglio una nota a firma del sottosegretario De Vincenti che segue l’incontro dell’11 marzo scorso e che riprende il dialogo tra governo e azienda. Gli azionisti della TCT adesso valuteranno il merito delle proposte avanzate. Nella metà del mese di maggio è previsto un incontro risolutivo presso la Presidenza del Consiglio. “Pertanto – commentano i sindacati – siamo ancora nei tempi tecnici per la sottoscrizione della cig visto che l’ultima l’abbiamo sottoscritta il 15/05/2014”. A fine maggio infatti scade la cigs per i lavoratori della Taranto Container Terminal, ma anche ieri il Sindaco e il presidente dell’Autorità Portuale di Taranto hanno dato rassicurazioni in tal senso, sostenendo che non ci saranno brutte sorprese.
Intanto Trasportounito-Fiap Associazione categoria dell’autotrasporto professionale, in attesa dell’incontro tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri o del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e TCT Spa per la gestione del terminal ionico, esprime “forte preoccupazione per il taglio inatteso dei finanziamenti per il Porto il Taranto e l’ormai quasi certo abbandono del terminal da parte di Evergreen Line”. E lo fa attraverso una lettera inviata al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al ministro dei Trasporti Graziano Delrio e al presidente dell’autorità Portuale di Taranto Sergio Prete.
“Scopo della presente è pertanto quello di porgere alla Vostra attenzione la gravissima situazione di dissesto vissuta dall’intero indotto portuale e, per quanto di pertinenza, delle aziende di autotrasporto impegnate nella movimentazione e nel trasporto su gomma dei contenitori: imprenditori, dipendenti e famiglie ferme al palo, perché dall’inizio dell’anno nello scalo ionico non arriva più neppure un container – si legge nella lettera -. Una situazione non più sostenibile. L’autotrasporto, un settore d’attività economica che oltre ad essere fondamentale per l’intera economia del Paese, contribuisce a generare pure una quota consistente del PIL. Contestualizzando a livello locale ha pagato e paga tutt’oggi a proprie spese i ritardi della cantierizzazione delle opere di ammodernamento dello scalo a causa di una contesa milionaria degli appalti che ha trovato terreno fertile nei cavilli di una burocrazia antiquata e farraginosa, nonché la latitanza di una seria politica industriale per la città e la conseguente carenza delle commesse di trasporto rese disponibili sul territorio”.
“Suona pertanto una beffa che, messa finalmente alle spalle una serie infinita di ricorsi, proprio mentre si avviano le prime opere nel porto di Taranto, Evergreen – con un comunicato del 13 aprile – rinnovi, addirittura espanda (senza spendere parola sulle sorti del terminal di Taranto) la sua presenza nel Sud Italia annunciando l’attivazione di un nuovo collegamento settimanale PSI (Piraeus-South Italy), scalando nel porto di Bari – prosegue la missiva -. Ne deriva per le imprese di autotrasporto un danno grave ed irreparabile: l’innalzamento dei costi di esercizio per la copertura delle tratte stradali, non trovando remunerazione in un incremento delle tariffe, prolungherà l’agonia delle imprese, ormai collassate”. L’appello che Trasportounito Taranto rivolge alle istituzioni è quindi “un intervento deciso per il ripristino di una quota del traffico locale (stante la praticabilità di soluzioni alternative, declinate da Evergreen) ed il mantenimento degli impegni assunti con Amministrazioni locali e Sindacati perché giusta ragione si possa constatare, con i fatti e non con le parole, l’annunciata importanza strategica del Porto di Taranto per il Paese”.