Ieri piccolo “giallo” virale. Il sito dagospia.it lancia nel tardo pomeriggio una notizia flash: “Ecco perché il nuovo ad di Alenia è il duro Filippo Bagnato: Mauro Moretti vorrebbe chiudere la fabbrica di Grottaglie, considerata improduttiva”. Immediata la smentita dell’azienda: “La notizia è frutto di meri pregiudizi del tutto infondati e fuori dalle logiche d’impresa e degli interessi di Finmeccanica”. Nello stabilimento campano i lavoratori e la Fiom contrari alla cessione di un ramo d’azienda alla newco Atitech
Intanto nel tardo pomeriggio di ieri, il sito “dagospia.it” ha battuto una notizia flash: “Ecco perché il nuovo ad di Alenia è il duro Filippo Bagnato: Mauro Moretti vorrebbe chiudere la fabbrica di Grottaglie, considerata improduttiva”. Immediata la replica dell’Alenia Aermacchi: “E’ frutto di meri pregiudizi del tutto infondati e fuori dalle logiche d’impresa e degli interessi di Finmeccanica. E’ quindi completamente falsa la tesi di una presunta volontà di chiudere l’impianto di Grottaglie. I cambiamenti al vertice di Alenia Aermacchi, semmai, sono stati orientati a incrementare quelle conoscenze industriali necessarie a favorire lo sviluppo della parte manifatturiera della società nel cui ambito rientra l’impianto di Grottaglie. Un sito di valenza strategica che vanta commesse importanti tali da garantire attività e occupazione nel lungo termine”. Laconica la controreplica di Dagospia (acronimo di Roberto D’Agostino): “Chi vivrà vedrà”.
Tornando alla realtà, sono giorni difficile e carichi di rabbia ed amarezza quelli vissuti dai lavoratori dello stabilimento Alenia di Capodichino in Campania, dopo la decisione di Finmeccanica di cedere un ramo d’azienda alla Atitech. “Con l’apertura formale della procedura di cessione dello stabilimento di Capodichino, Alenia Aermacchi compie un atto grave che non tiene in nessuna considerazione la contrarietà dei lavoratori ad un’operazione che, nel suo complesso, se portata a termine, rischia di determinare un ulteriore impoverimento industriale del territorio e grandi incertezze sulle prospettive per la presenza dell’industria aerospaziale in Campania. Come Fiom- – afferma in una nota il sindacato dei metalmeccanici della Cgil – abbiamo da subito evidenziato gli effetti negativi del progetto dichiarando pubblicamente la contrarietà ad una cessione industrialmente infondata, orientata esclusivamente alla riduzione di costi. Non vediamo alcun rapporto tra la necessità di favorire la condivisibile nascita del polo internazionale della manutenzione aeronautica civile e la cessione del ramo aziendale di Capodichino che determinerebbe il trasferimento, nel vuoto di una newco creata ad hoc, di 178 lavoratrici e lavoratori che oggi lavorano in Alenia e potrebbero e vorrebbero continuare serenamente a farlo anche in futuro. Come Fiom nazionale – conclude la nota – confermiamo la totale contrarietà ad un progetto che vede nella cessione di Capodichino la più immediata delle gravi conseguenze che lo stesso progetto può determinare per le persone in esso coinvolte e per le prospettive industriali sul territorio”.
Alenia Aermacchi ha infatti aperto mercoledì una procedura ex articolo 47 della Legge 428/90 per il trasferimento di ramo d’azienda che porterà i suoi 178 dipendenti attivi negli hangar annessi all’aeroporto alla corte della newco controllata da Atitech. La legge dà 25 giorni di tempo alle aziende trovare un’intesa coi sindacati. Intanto già lunedì Finmeccanica potrebbe perfezionare con Atitech l’accordo su Capodichino. Atitech vedrà salire la partecipazione di Finmeccanica dall’attuale 10% a quota 25% (Manifatture Aereonautiche avrà il 60% e Alitalia Ethiad il 15%). Atitech, con una quota del 75%, controllerà a sua volta la newco partecipata anche da Alenia (25%). Rispetto alla Fiom, di pensiero opposto sull’operazione appaiono Fim Cisl e Uilm Uil. Per Pino Russo della Uilm “rimangono aperte questioni come la localizzazione dell’insediamento del futuro sviluppo del nuovo velivolo regionale, un periodo significativo di salvaguardia per i lavoratori, continuità contrattuale in essere”.
Mentre la Fim Cisl della Campania ritiene il trasferimento del ramo d’azienda Alenia Aermacchi ad Atitech, per lo stabilimento di Napoli Capodichino, “un valore positivo se si prefigge un rafforzamento delle operazioni di manutenzione sul territorio italiano e partenopeo con la costituzione di uno specifico Polo capace di attrarre commesse e di competere sul mercato globale del settore aeronautico”, evitando di dar vita a “eventi che creino criticità di rapporti tra i lavoratori e il sindacato, con un serio rischio di far passare un’operazione di cessione di ramo di azienda fine a se stessa invece di parlare del progetto industriale previsto dal nuovo corso di Finmeccanica”. “Esprimeremo, invece, un parere negativo se – ha affermato il segretario generale Fim Cisl Campania, Giuseppe Terracciano – l’obiettivo sarà quello di mettere insieme delle singole aziende di prestigio quali Atitech e Alenia Capodichino per ridimensionarne gli organici e le commesse, arrendendosi alla concorrenza internazionale”. “Diventa, quindi, fondamentale avviare il confronto con le due società” per illustrare il progetto con relativo piano industriale e gli obiettivi produttivi e la situazione economica di Atitech e “la sua robustezza”.
Intanto la tensione è altissima tra i lavoratori di Capodichino. Anche e soprattutto per la mancata solidarietà dimostrata dai colleghi degli altri stabilimenti di Nola e Pomigliano. Ed anche per il fatto che più di qualcuno sottolinea come il 90% dei 178 lavoratori che saranno trasferiti ad Atitech sono non sindacalizzati, mentre il 90% di quelli che rimarranno in Alenia hanno le tessere delle tre sigle dei sindacati metalmeccanici. Tira una brutta aria dunque. Ed è bene che anche a Grottaglie resti alta l’attenzione.
Gianmario Leone
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