Porto di Taranto: Evergreen approda a Bari
TARANTO – Poteva succedere. O forse era semplicemente nell’ordine delle cose ed era stato già deciso tutto da tempo. Certamente più di qualcuno tra Roma, Taranto e Bari sapeva e ha fatto finta di non sapere. O ha semplicemente taciuto per interessi personali o ignavia. Ciò detto, l’addio definitivo di Evergreen (società taiwanese che detiene il 40% della Tct, mentre Hutchinson Whampoa possiede il 50% e Gsi gruppo Maneschi il 10%), è oramai un qualcosa di certo. Difficile dire se sia soltanto provvisorio. Molto più semplice immaginare che sia definitivo.
Più volte negli ultimi tempi abbiamo scritto come l’addio della società terminalista altro non sarebbe stato se non il passo finale di una strategia e di un disimpegno iniziato nel settembre del 2011 quando furono dirottate al porto del Pireo due linee internazionali su quattro del traffico merci, e proseguito poi con la decisione dello scorso 21 settembre con cui Evergreen cancellò dal suo sito istituzionale Taranto come approdo delle navi oceaniche.
Tra l’altro nelle scorse settimane giunse (oramai il condizionale non è più il caso di usarlo) una lettera alla presidenza del Consiglio dei Ministri da parte della Luanta N.V., una holding finanziaria della società taiwanese Evergreen (con sede a Rotterdam in Olanda), nella quale viene enunciato il disimpegno totale per quanto riguarda le attività presso lo scalo ionico.
E mentre a Taranto la solita politica di quartiere e di bassissimo livello e profilo (lo ribadiamo ancora una volta, la peggiore classe politica degli ultimi 30 anni almeno), coadiuvata da quella che dovrebbe essere una presunta “classe dirigente” (con in prima fila Confindustria, Confcommercio e Camera di Commercio spalleggiati da sindacati che non è dato sapere cosa facciano dalla mattina alla sera specialmente in determinati ambiti e settori), gioca a battagliare su chi dovrà essere il prossimo presidente dell’Autorità Portuale (che visti gli eventi è sempre più probabile trasmigrerà altrove), gli altri, coloro i quali pensano prima agli interessi ed all’economia dei loro territori, fanno i fatti.
Che, ancora una volta, avvantaggiano altre province della Regione e penalizzano Taranto. La sua economia. Il suo territorio. Lo sviluppo di alternative alla grande industria e alla monocultura dell’acciaio. Il suo futuro. Il tutto mentre la così detta “società civile” va scomparendo giorno dopo giorno, portando con se il fallimento di atteggiamenti, punti di vista e strategie di presunte alternative economiche scopiazzate da altre nazioni, che si sono rilevate semplici bolle di sapone. Con l’arroganza borghese di chi crede di sapere tutto sempre meglio e più degli altri. E’ tutto qui, in queste poche righe, il fallimento di questa città. E della stragrande maggioranza dei suoi rappresentanti. E di una comunità sempre più indifferente a ciò che invece le dovrebbe stare a cuore più di ogni altra cosa. Tanto vale chiuderla questa città e rifondarla altrove. Con buona pace anche di chi pensa che un semplice passato fatto di coloni di Sparta possa bastare e avanzare per essere “migliori” e più “originali” degli altri. Sarà.
La notizia ve la diamo alla fine. Nuda e cruda. Perché si commenta da sola. Ieri, l’agenzia italiana di Evergreen Line, ha comunicato alle agenzie di Livorno, Genova, Milano, Trieste e Venezia, nonché alla sua clientela che allo scopo di “rinnovare ed espandere la presenza nel Sud Italia, ci pregiamo di informare la gentile clientela circa l’apertura del nuovo servizio Evergreen sul porto di Bari. Il nuovo servizio denominato PSI (Pireus – South Italy), collegherà il porto di Bari con il Pireo con cadenza settimanale e garantirà la connessione import/export con i servizi Oceanici per l’Estremo Oriente e Intramed per i porti del Mediterraneo”. La prima nave del nuovo servizio è prevista in arrivo dal porto del Pireo per il 20 maggio, con la nave “Hatsu Crystal 0301-0567w” del servizio oceanico ADR. Del resto, sin dallo scorso 1 gennaio i container venivano già dirottati in quel di Bari come abbiamo più volte riportato.
A Taranto, Autorità Portuale, sindacati & co. attendono ancora di essere convocati dalla Presidenza del Consiglio per il vertice in cui TCT ed Evergreen dovranno sciogliere la riserva sul restare a Taranto o meno. Mentre continuiamo ad attendere l’inizio di lavori finanziati con centinaia di milioni di euro che procedono con un ritardo spaventoso e che rischiano di realizzare soltanto un’altra cattedrale nel deserto. Altrove, hanno già deciso. E non da oggi. Ora, mi raccomando, prendiamocela nuovamente con Roma, con il “governo ladro”, con Bari, Vendola e quant’altri. Per piangerci addosso e rimpiangere un futuro diverso e migliore per tutti abbiano pur sempre tempo davanti a noi. L’eternità. Auguri.
Gianmario Leone