“Il comportamento in questa delicata fase da parte dell’Amministrazione Provinciale di Taranto è non comprensibile e potenzialmente dannoso per le sorti dello stesso Ente e dei propri dipendenti – affermano dal coordinamento territoriale di Taranto del sindacato autonomo CSA -. Siamo chiamati a concludere un percorso concertativo sulla “razionalizzazione spesa del personale nel biennio 2015-2016 – Ipotesi di Dichiarazione di soprannumerarietà del personale a tempo indeterminato”, atto che nei suoi contenuti abbiamo sin dal primo momento contestato, in quanto ci appare come una inutile fuga in avanti rispetto a dei vuoti normativi sia di carattere nazionale che regionale”.
In realtà tale ipotesi, secondo il CSA, “nasconde la volontà di disfarsi quanto prima dell’inutile fardello del Paisiello, anche contravvenendo alle ipotesi previste dalla Legge di stabilità (vale a dire l’applicazione immediata l’art. 33 del D.Lgs 165/2001 comma 7 che prevede la messa in mobilità del personale stesso del Paisiello entro la fine di maggio 2015 e non come previsto dalla Legge 90/2014 alla fine del biennio 2015/2016). Tale esigenza, esclusivamente di carattere politico, tesa forse a salvaguardare la società partecipata Taranto Isolaverde, difatti chiude definitivamente il sogno di avere a Taranto istituzioni universitarie proprie come il Paisiello, nell’ottica di impoverimento culturale della città”. Il presidente della Provincia Martino Tamburrano, ha infatti chiesto e proposto per l’istituto musicale la “statizzazione” dello stesso: il che consentirebbe un risparmio di ben 4 milioni di euro che l’ente provinciale destinerebbe al salvataggio, provvisorio, della società Isolaverde.
“Chiediamo dunque, in attesa degli sviluppi normativi (l’emanazione del decreto, previsto dal comma 423, della legge 190/2014, che deve fissare i criteri per definire le procedure di mobilità del personale interessato) che, preliminarmente siano poste effettivamente le basi per una corretta riorganizzazione dell’Ente, cosa costantemente annunciata ma mai effettivamente realizzata, e che la deliberazione da adottare riguardi solo la dichiarazione di soprannumerarietà dei dipendenti dell’Ente già in possesso dei requisiti pre Fornero, o in grado di conseguirli in tempo utile per poter essere collocati in pensione entro il 31.12.2016; rinviare a data successiva tutti gli altri adempimenti previsti dalla normativa vigente; avviare, con le organizzazioni sindacali, l’esame dei criteri per l’individuazione degli esuberi o sulle modalità per i processi di mobilità, così come previsto dall’art. 33 del D. Lgs n. 165/2001” si legge nella nota del CSA. Come ovvia conseguenza di tale comportamento, l’organizzazione sindacale denuncia “la scorrettezza dell’operato della parte pubblica della Provincia di Taranto che ha disatteso tali aspettative e sin da adesso annunciamo che presenteremo ricorso contro la suddetta deliberazione chiedendone l’immediata rettifica, facendo presente che, in mancanza, ci rivolgeremo all’Autorità Giudiziaria competente per la tutela delle prerogative sindacali e per il rispetto dei diritti dei lavoratori”.
La chiusura del Paisiello, oltre ad essere un danno enorme per la città dal punto di vista culturale e sociale, comporterebbe la perdita di ben 58 posti di lavoro (tanti sono i docenti al momento) e l’ennesima fuga di giovani artisti tarantini e del Sud che hanno nell’istituto un vero e proprio punto di riferimento per la loro passione e il loro futuro artistico. Stessa cosa dicasi per i 230 lavoratori della società Isolaverde, che hanno diritto a conservare il lavoro tra l’altro da sempre utile all’intero territorio.
Gianmario Leone
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