Falchi “nascosti” sul piano Cimino
Non ci aveva per nulla convinto la presunta lettera inviata nella giornata di martedì da alcuni lavoratori dell’Auchan di Taranto al Sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, nella quale chiedevano al primo cittadino di rivedere la posizione della Giunta in merito alla realizzazione del Piano Cimino (la delibera con la quale l’amministrazione ha deciso per il “no” è stata impugnata dal consorzio Auchan davanti al Tar di Lecce che in prima istanza ha dato ragione al Comune: adesso si attende l’udienza di merito). Senza il quale, a detta degli autori della lettera, Auchan chiuderebbe i battenti a Taranto lasciando per strada centinaia di famiglie. E’ ben strano che il mancato ampliamento della struttura commerciale possa causare il tracollo economico dell’azienda e comportare l’immediata chiusura del centro commerciale tarantino.
Tra l’altro, “stranamente” gli autori della lettera dimenticano che il piano Cimino prevede anche la realizzazione, tramite colate e colate di cemento, di nuovi insediamenti abitativi in quella zona della città. E’ un piano assolutamente nefasto. Perché da un lato comporterebbe l’ulteriore danno a carico dei piccoli e medi commercianti e dall’altro l’ampliamento della città in una delle poche zone agricole rimaste e soprattutto farebbe gli affari dei soliti palazzinari in una città dove sono decine le case abbandonate e vuote. Il tutto, in ultimo, andrebbe nella direzione contraria alla valorizzazione del Borgo Antico e del Borgo Nuovo: insomma, un piano che a tutto serve tranne che agli interessi della città e della comunità.
Non è un caso, dunque, se sulla lettera non firmata inviata ieri alle redazioni dei giornali (che tranne il nostro hanno dato un inspiegabile ed ampio spazio alla notizia) siano intervenuti a distanza di 24 ore anche i sindacati di categoria con una nota congiunta. “L’azienda Auchan è confusa, senza un minimo di strategia programmatica per il suo sviluppo – affermano Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil -. Non ci convince per nulla l’iniziativa che hanno voluto dipingere come spontanea dei lavoratori, ovvero, quella di presentare al Sindaco di Taranto Stefàno, una lettera-appello per acconsentire ai piani di raddoppio dell’area commerciale – scrivono i segretari generali dei tre sindacati Giovanni D’Arcangelo, Antonio Arcadio e Sergio Notorio -. Da informazioni da noi ricavate, ci risulta che non vi sia stata adesione da parte dei lavoratori, né tantomeno una raccolta firme a sostegno. La rappresentanza sindacale presente dentro Auchan Taranto è corposa. Per queste ragioni sosteniamo che l’iniziativa della lettera-appello sia di matrice aziendale e non condivisa”.
Un’accusa pesante. “Solo la mancanza di lungimiranza fa compiere gesti del genere e vogliamo pensare che non sia la condizione in cui si è ridotta una grande multinazionale che ha visto naufragare un progetto di raddoppio, che non era supportato dai numeri – si legge ancora nella nota -. Se da un lato sull’azienda pesa la decisione del Tar, dall’altra è chiaro come la scelta di impoverire ulteriormente i propri lavoratori a scapito del cemento per il raddoppio, non rappresenta che l’ultima spiaggia di una disastrosa strategia che avrà come unica vittima Taranto, la provincia e migliaia di persone ulteriormente impoverite da strategie aziendali sbagliate. Quello che continuiamo a chiedere all’azienda è come intende raddoppiare le superfici occupate se non ha le risorse economiche per pagare i lavoratori? Come fa ad investire chiedendo poi ai lavoratori di non erogare più la 14esima e abbassando di un livello la retribuzione? Oppure chiedendo di lavorare il 25 aprile senza il pagamento della maggiorazione festiva? Siamo disposti al confronto, ma solo se basato su dati reali e che non mettano a repentaglio il futuro dei lavoratori”.
Le risposte se le può dare da solo ognuno di noi.
Gianmario Leone