Xylella: oggi arriva il ministro Martina
Saranno giorni densi di appuntamenti, i prossimi, per quanto riguarderà le determinazioni sull’emergenza Xylella nel Salento. Quest’oggi – a quanto si è appreso, ma il programma degli appuntamenti non è stato ancora definito – sarà prima a Bari e poi a Lecce il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina. A quanto si è appreso finora parteciperà prima, in tarda mattinata, a un vertice a Bari con il commissario per l’emergenza, Giuseppe Silletti, poi nel tardo pomeriggio a un incontro a Lecce con i sindaci e le associazioni olivicole e ambientaliste. La decisione del ministro è giunta dopo che la Francia ha imposto il blocco delle importazioni di vegetali dalla Puglia proprio a causa del batterio che sta aggredendo gli ulivi del Salento. A proposito del previsto incontro odierno però, il Comitato Voce dell’olivo fa sapere in una nota che “pur confermando la nostra piena disponibilità a collaborare con il Commissario Delegato, riteniamo opportuno declinare l’invito all’incontro col ministro Martina, in quanto lo consideriamo una mera passerella, l’ennesimo sterile incontro”. Il comitato ribadisce che “in questa guerra senza precedenti, il peso della salvaguardia dell’ambiente, del territorio, della salute, dell’economia e delle generazioni future grava totalmente sulle già gracili spalle di noi agricoltori che rappresentiamo appena il dieci per cento della popolazione del territorio, mentre il beneficio è a vantaggio dell’intera collettività” ricordando come “la dichiarazione dello stato di calamità per le fitopatie, promessa dal ministro entro la fine del mese di marzo, e ritenuta di fondamentale importanza per gli agricoltori, sia rimasta a tutt’oggi solo una promessa”.
Il 9 aprile, poi, il Tar deciderà sulla richiesta di sospensiva degli avvocati Giovanni e Guido Pesce che hanno già ottenuto un decreto urgente che ha bloccato le prime eradicazioni previste nel terreno di loro proprietà, a Oria (Brindisi), territorio selezionato come zona di avvio del piano Silletti. Si attende intanto entro il 17 aprile il nuovo parere scientifico dell’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, come richiesto dalla Commissione Ue, anche sulla base della documentazione mandata da Peacelink secondo cui il disseccamento degli ulivi non sarebbe dovuto a Xylella ma ad attacchi di un fungo. Altre 26 associazioni bio salentine hanno invece presentato ricorso al Tar del Lazio, sempre per ottenere lo stop del piano Silletti che prevede le eradicazioni. Si dovrebbe inoltre tenere – il 20 o 21 aprile prossimi – una seduta monotematica del Consiglio regionale della Puglia.
“Nella vicenda Xylella ci sono poche certezze scientifiche. Temo che quando la scienza non abbia approfondito un problema si possa correre il rischio della superficialità nell’intervento. E anche questo può essere un profilo da approfondire nel corso delle indagini”. A dichiararlo, ai microfoni di Voci del Mattino (Radio1), è stato il procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta, titolare dell’inchiesta sulla moria di ulivi che sta colpendo il Salento a causa del batterio Xylella Fastidiosa. Quanto alle misure dettate dall’Unione Europea, il magistrato ha commentato che “se per fermare il fenomeno bisogna sradicare le piante è certamente il caso di agire in fretta. Il problema – ha aggiunto – è proprio questo: si devono sradicare? Lo sradicamento è davvero il rimedio necessario e unico? La direttiva europea prevede una serie di misure, compreso lo sradicamento degli alberi, ma ce ne sono anche altre meno drastiche e definitive. Misure anche preventive, nei casi in cui l’essiccamento anomalo non si sia ancora manifestato. È previsto inoltre l’intervento sulle piante ospiti diverse dagli ulivi, come gli oleandri, il rosmarino, la macchia mediterranea. Però, se ci mettiamo su questa strada, rischiamo di sconvolgere completamente il territorio”.
Motta ha parlato anche delle incertezze su come il batterio della Xylella Fastidiosa sia arrivato in Puglia. “In occasione di un convegno organizzato nel 2010 dallo Iam, l’Istituto agronomico mediterraneo, a Valenzano, vicino a Bari – ha osservato Motta – il ministero delle Politiche agricole autorizzò l’importazione di un campione di batterio per scopi scientifici, ma bisogna vedere di quale ceppo fosse. Il ministro Martina dice che era una sub-specie diversa? Non è accertabile, o meglio non è stato accertato perché mancano le indicazioni sulle caratteristiche genetiche di quel batterio. Ma una convenzione del 2000 riconosce all’Istituto Agronomico Mediterraneo l’extraterritorialità e l’immunità. Peraltro – ha concluso – sono garanzie alle quali l’Istituto potrebbe rinunciare, e noi abbiamo subordinato l’esecuzione di alcuni provvedimenti proprio alla possibilità che l’Istituto rinunci a queste prerogative”.
“Il batterio Xylella fastidiosa subspecie pauca ceppo codiro – che sta infestando gli ulivi ed altre specie vegetali del Salento – non è mai giunto all’Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari del Ciheam”. È quanto viene precisato in una nota dallo stesso Istituto. “Con la presente comunicazione – si legge nel comunicato – intendiamo dare, ai media e a tutti gli interessati, un’informazione chiara, precisa ed esaustiva in risposta alle notizie diffuse, in questi giorni, sulla non accertabilità della subspecie del batterio di Xylella fastidiosa oggetto di studio durante il corso COST 873, ospitato da questo Istituto nell’ottobre del 2010. Risulta inequivocabile, dai codici identificativi, propri degli isolati delle tre subspecie di Xylella fastidiosa utilizzate durante il corso in questione, che nessuno di essi apparteneva alla subspecie pauca”. “Le tabelle che riportano i codici identificativi degli isolati oggetto del corso sono, tra l’altro, consultabili sul sito del CIHEAM di Bari – www.iamb.it – nella sezione Emergenza Xylella”. A ciò si aggiunga “che tali isolati provengono tutti dagli Stati Uniti d’America dove la Xylella fastidiosa subspecie pauca non è presente (come da lista ufficiale pubblicata sul sito dell’Autorità fitosanitaria statunitense: The 2012 Prioritized Offshore Pest List – APHIS)”. Nel comunicato, si precisa inoltre che “l’unico materiale biologico infetto utilizzato durante il corso riguardava espressamente due piantine e quattro tralci di vite con il batterio Xylella fastidiosa subspecie fastidiosa che colpisce la vite e non la subspecie pauca oggi presente in Salento. Le porte del Ciheam restano sempre aperte per la verifica e l’approfondimento di qualsivoglia informazione relativa al caso, così come è già avvenuto, più volte, sia nei confronti del Corpo Forestale dello Stato, delegato dalla Procura della Repubblica di Lecce, sia degli organi di stampa”.