Il Governo deve alleggerire il carico burocratico e fiscale – sottolinea il coordinamento di Agrinsieme Taranto – che sta letteralmente asfissiando le nostre aziende. A maggior ragione dopo che il decreto sull’Imu agricola è diventata legge di uno Stato che dovrebbe prestare ascolto alle richieste di chi ritiene che quell’imposta sia profondamente ingiusta ed economicamente insostenibile per migliaia di agricoltori. Avevamo un obiettivo – rimarca Agrinsieme – e lo abbiamo perseguito sino a Roma: il nostro settore chiede la giusta attenzione del Governo e delle Istituzioni, anche quelle regionali, per potersi sviluppare e creare lavoro stabile e duraturo. Vogliamo essere un reale fattore di crescita, ma per realizzare tutto ciò serve una politica in grado di capire i problemi e di dare risposte efficaci attraverso interventi legislativi lungimiranti ed investimenti mirati.
Al termine della mobilitazione i rappresentanti di Agrinsieme hanno incontrato la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, il consigliere della presidente della Camera Carlo Leoni, il presidente della Commissione Agricoltura di Montecitorio Luca Sani, i rappresentanti della Commissione Agricoltura, della Conferenza delle Regioni e del ministero dell’Economia e delle Finanze, a cui è stato consegnato un articolato documento con proposte e priorità del mondo agricolo. Domani (mercoledì 1° aprile 2015) Agrinsieme incontrerà i rappresentanti della Commissione Agricoltura del Senato.
Per quanto riguarda la partita dell’ Imu agricola, se, come ha detto il ministro Martina, è aperta, noi la vogliamo giocare – è la posizione di Agrinsieme – . Le misure tampone decise sono assolutamente insufficienti per lenire gli effetti di una tassazione che grava in maniera pesantissima sui fattori di produzione. Oltre tutto c’è stata una progressione che ha visto quasi triplicare il carico fiscale: la vecchia Ici era di 350 milioni di euro, oggi siamo a 900 milioni di euro.
Al di là della questione Imu, Agrinsieme ha quindi evidenziato tutta una serie di “priorità”, tra le quali: accelerare l’applicazione della riforma della Pac; approvare rapidamente i PSR; intervenire sui gap strutturali che minano la redditività agricola; definire rapidamente le forme dell’organizzazione economica (le organizzazioni di prodotto e l’interprofessione); spingere con convinzione sulla diversificazione ed in particolare sulla produzione di energia da fonti rinnovabili; puntare sul “lavoro vero” in agricoltura (con misure specifiche per il settore e riducendo il cuneo fiscale); incentivare l’attività agricola come strumento di gestione del territorio per evitare il dissesto.
Il coordinamento tra Cia, Confagricoltura ed Alleanza delle Cooperative agroalimentari, infine, ha chiesto di intervenire sui mercati in crisi che subiscono i contraccolpi dovuti ai problemi produttivi, ma anche a quelli legati agli andamenti climatici, alle fitopatie, ai cali dei consumi ed all’export: ortofrutta, praticamente tutte le produzioni zootecniche, olio e vino. Ad avviso di Agrinsieme occorre quindi promuovere i consumi interni ed esteri, rinsaldare le filiere ‘dalla terra alla tavola’ e rilanciare l’aggregazione, come fattore di competitività e redditività.
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