Auchan taglia gli stipendi, i sindacati: “Pagano solo i lavoratori”

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auchanTagli agli stipendi e sospensione del contratto integrativo. L’Auchan fa pagare le scelte sbagliate ai lavoratori. Quale sarà il futuro a Taranto? E quanto sarà alto il prezzo pagato dai lavoratori?”. A chiederselo sono i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil Taranto, dopo la decisione dell’azienda di sospendere, da luglio, il contratto integrativo su tutti gli ipermercati presenti sul territorio italiano.

Non è passato inosservato a nessuno la volontà espressa in questi mesi da parte di Auchan SpA di voler raddoppiare la propria superficie immobiliare a scopo commerciale per la città di Taranto – si legge in una nota congiunta delle organizzazioni sindacali -. Non entriamo nel merito di quanto è stato detto e fatto in Consiglio Comunale così come anche nei successivi ricorsi in discussione al Tar, innanzitutto perché l’azienda non ha mai cercato un confronto con le organizzazioni sindacali, le quali avrebbero prestato molta attenzione su un tema importante come quello degli investimenti, ma a questo punto crediamo che sia lecito chiedersi come faccia l’azienda a ipotizzare un progetto simile e poi decidere di contrarre all’inverosimile i costi del lavoro. Forse – ipotizzano i sindacati – lo farà proprio con i soldi dei lavoratori, considerando che ha scelto, in maniera unilaterale di sospendere, da luglio, il contratto integrativo su tutti gli ipermercati presenti sul territorio italiano, dopo aver già receduto nel corso del 2014 agli accordi integrativi sottoscritti a livello dell’ipermercato di Taranto”.

Inoltre, sempre Auchan, ha chiesto al tavolo nazionale “di avere la possibilità di abbassare di un livello l’inquadramento professionale, oltre a richiedere la sospensione dell’erogazione della quattordicesima. Non ci spieghiamo altrimenti come mai da un lato l’azienda dichiara di dover tagliare stipendi e benefici ai lavoratori e dall’altra abbia le capacità economiche per investire su un raddoppio. Non ci spieghiamo come sia possibile che la crisi la paghino i lavoratori, le loro famiglie e che la povertà si diffonda pure sul territorio, una crisi magari determinata da scelte commerciali sbagliate, che comunque non sembrano essere messe mai in discussione. I lavoratori diventano un portafoglio da cui attingere in momenti di difficoltà, un salvadanaio pronto all’uso, da cui prendere. In questo caso anche imponendo ai lavoratori un demansionamento retributivo: si lavora di più e si viene pagati di meno”.

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil Taranto, con i rispettivi segretari generali Giovanni D’Arcangelo, Antonio Arcadio, Sergio Notorio, “non sono disponibili ad accettare tagli imposti in maniera unilaterale, perché i costi di scelte sbagliate non possono ricadere sempre e soltanto sulla carne viva dei lavoratori e delle loro famiglie. Il territorio non può permetterselo più. L’atteggiamento dell’azienda, sia a livello locale che nazionale, è di totale chiusura nei confronti di possibili strade alternative, proposte dalle parti sociali, che avrebbero salvaguardato la dignità e il lavoro di quelle centinaia di persone ogni giorno impegnate nella Grande Distribuzione Organizzata” concludono i sindacati.

Che annunciano come “le iniziative sindacali non mancheranno: le organizzazioni sindacali faranno da megafono per far sentire la voce dei lavoratori”. Il 21 aprile prossimo, a Roma presso la sede della Filcams CGIL nazionale si terrà un attivo unitario di Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL dove parteciperanno dirigenti sindacali ed Rappresentanti Sindacali Aziendali in cui verranno programmate e calendarizzate le azioni di contrasto alle scelte di Auchan. Nel frattempo, si è aperto, quindi, uno stato di agitazione che probabilmente creerà disagi ai clienti che ogni giorno affollano gli ipermercati. “Ma è l’azienda a volerlo” concludono le organizzazioni sindacali.

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