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Bonifica mar Piccolo, confermati i dubbi della Corbelli sul capping – A maggio dibattito pubblico

TARANTO«Portarsi in avanti con la individuazione della metodologia di intervento ‘capping’ – come suggerito da alcune organizzazioni e da una parte della comunità scientifica- potrebbe rivelarsi una scelta non adeguata, se non addirittura dannosa per il mar Piccolo». E’ quanto emerso nel corso dell’incontro tenuto giovedì scorso tra il Commissario straordinario per le bonifiche Vera Corbelli e i rappresentanti di Coldiretti, CLAAI, Confcommercio, Casartigiani, Lega Pesca, Agci Pesca e Unci Pesca (a fine articolo la nota ufficiale).

Anche in questo incontro, quindi, com’era accaduto con la delegazione del WWF Taranto, la Corbelli si è mostrata molto cauta in merito alla scelta del capping come metodologia di bonifica da applicare nel primo seno di mar Piccolo, contaminato da Pcb e diossine. Una tecnica che secondo diversi esperti potrebbe risultare invasiva nei confronti di un ecosistema che riesce, nonostante tutto, a resistere ai guasti creati dall’inquinamento e a stupire con le sue peculiari bellezze. In qualche modo, vengono confermate le perplessità con cui il nostro sito ha accolto il progetto di “capping rinaturalizzante” presentato nelle scorse settimane da Ance e Confindustria Taranto. Due categorie che non hanno propriamente le stesse priorità e gli stessi interessi dell’Agci Pesca, il cui responsabile locale è Emilio Palumbo. Con lui abbiamo commentato l’incontro con la Corbelli dello scorso 19 marzo.

Palumbo, ci dica: la Corbelli ha bocciato il capping?

«Il Commissario straordinario ha definitivamente escluso il dragaggio. E questa è già una buona notizia. In merito al capping si è mostrata dubbiosa. Al limite si potrebbe fare un esperimento pilota nell’area 170, quella più inquinata, ma prima di procedere vanno valutati tutti gli aspetti e gli effetti del capping. Solo dopo un accurato approfondimento, la Corbelli potrà prendere una decisione. Ci ha garantito, comunque, che è sua intenzione salvaguardare la mitilicoltura. Qualsiasi decisione dovrà tenere conto delle esigenze di questo comparto».

E voi cosa proponete?

«Noi abbiamo ribadito che siamo favorevoli alla rigenerazione naturale del mar Piccolo accompagnata da un’attività di monitoraggio delle sostanze inquinanti. La Corbelli ci ha detto che entro fine maggio si terrà un dibattito aperto con i rappresentanti delle istituzioni e delle categorie proprio per confrontarsi sulle metodologie di bonifica da applicare. Devo dire che il Commissario ci ha fatto un’ottima impressione. E’ una persona ragionevole e ben addentrata nella problematica. In passato, con il precedente commissario, nell’ambito della Cabina di Regia sulle bonifiche, avevamo l’impressione che si procedesse con maggiore superficialità».

La Corbelli vi ha confermato la volontà di partire a breve con interventi di pulitura dei fondali e lo sminamento del mar Piccolo?

«Si, lo  ha confermato. Inoltre, si è complimentata con noi per l’attività che stiamo svolgendo nel secondo seno del mar Piccolo nell’ambito del progetto PAINT, finanziato coi fondi europei per la pesca. A partire da dicembre, abbiamo avviato la rimozione dei vecchi pali in ferro delle cozze, ormai arrugginiti. Gli effetti di questo lavoro, il cui termine è previsto a fine mese, sono importanti: ci sarà una migliore circolazione delle correnti d’acqua e una maggiore sicurezza per la navigazione».

E dopo aver sentito anche la campana dell’Agci Pesca, non ci resta che rinnovare il nostro auspicio: che il buon senso e la difesa dell’ambiente (qui rappresentato dal mar Piccolo) prevalgano sugli interessi delle lobby.

Alessandra Congedo

LE ASSOCIAZIONI INCONTRANO IL COMMISSARIO PER LE BONIFICHE (NOTA STAMPA)

L’obiettivo resta dare risposte al territorio e alla gente. E’ questo il concetto che Vera Corbelli, commissario straordinario per le bonifiche dell’area di Taranto, ha ribadito nell’incontro con i rappresentanti dei settori delle attività dell’agricoltura, dell’artigianato, del commercio, turismo e della pesca: Alfonso Cavallo (Coldiretti),Riccardo Caracuta (CLAAI), Cosimo D’Andria e Aldo Manzulli (Confcommercio), Domenica Annicchiarico e Sfefano Castronuovo (Casartigiani), Cosimo Bisignano (Lega Pesca), Emilio Palumbo (Agci Pesca), Carla Macripò (Unci Pesca).

Un incontro nel quale le categorie che rappresentano le imprese che operano nei settori della coltivazione e commercializzazione dei prodotti della terra e del mare (le più direttamente penalizzate dall’ inquinamento industriale) e del turismo, hanno rappresentato le difficoltà dei settori  fortemente danneggiati dal permanere di una situazione che ha ormai compromesso l’immagine delle produzioni  locali sui mercati nazionale ed estero. Un contesto  che richiede una forte accelerazione sui programmi di bonifica – è stato evidenziato- condizione essenziale per restituire tranquillità ai consumatori e per poter riconquistare le quote di mercato perse.

La definizione delle   fonti facilita il processo di verifica  dei livelli di inquinamento,  passaggio necessario per  rilancio  delle produzioni locali, ormai nell’immaginario collettivo ‘contaminate’ – al di là di ogni ragionevole verifica –  dal tam tam  mediatico. Un marchio di negatività che ha messo in crisi  tutto il comparto della mitilicoltura locale e di buona parte dell’agricoltura, ma anche del turismo, e che ora più di altri chiedono che si faccia chiarezza sulla natura e sui livelli di inquinamento, e che sollecitano crono-programmi, metodi e percorsi certi e qualificati di intervento. E’ fondamentale procedere con metodo.

Le bonifiche – secondo le associazioni-  rappresentano il punto di arrivo del percorso messo  in pista dal Commissario, a sintesi di un’ analisi approfondita, che dia piena conoscenza della natura e delle fonti inquinanti. Capire chi, come e quanto inquinaprima ancora di decidere ‘come’ intervenire. Percorso che non può prescindere dalla riprogrammazione – economica e sociale – del territorio, tema che dovrà necessariamente vedere impegnate le rappresentanze delle categorie.

Un ragionamento pienamente condiviso dalla Corbelli che ha spiegato perché ad oggi non si sia proceduto a rendere pubblici gli atti acquisiti, e come la complessa fase di ricognizione delle fonti, fondamentale per la predisposizione degli interventi di bonifica,  richieda ancora degli approfondimenti.  Un lavoro dietro le quinte che si sta rivelando oltremodo complesso.  Per quanto concerne ad esempio il Mar Piccolo è emerso che i livelli di inquinamento variano in base alla natura delle  fonti, ciò determinerà con ogni probabilità  metodologie di intervento diverse a seconda delle aree e della destinazione d’uso, tema sul quale saranno chiamati a discutere  gli stakeholder. Portarsi in avanti con la individuazione della metodologia di intervento ‘capping’ – come suggerito da alcune  organizzazioni e da una parte della comunità scientifica- potrebbe rivelarsi una scelta non adeguata, se non addirittura dannosa. Il Commissario ha infine annunciato che entro fine maggio sarà organizzata una giornata seminariale, dedicata agli approfondimenti di questi temi.

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