In questo frangente, la Raccomar Puglia, e per essa la sua sezione territoriale, intende sollecitare “tutte le Istituzioni ioniche che ne hanno titolo, perché riservino una rinnovata e indefessa quotidiana attenzione alle tematiche inerenti la vita ed il futuro del Porto di Taranto ed le sue dinamiche attuali, nonché rafforzino e sostengano ai più alti livelli l’opera dell’Ente in questione al fine di evitare in ogni modo che il proficuo lavoro svolto negli ultimi difficili anni possa rischiare di andare disperso e si assicuri la necessaria continuità ai tanti progetti già in cantiere”.
L’associazione si augura infatti che all’atto della nomina del futuro presidente dell’Autorità Portuale “si tengano in ferma considerazione i citati principi, senza dare spazio ad eventuali proposte meramente politiche”. E conferma “la propria ferma intenzione di consolidare la positiva e dialettica interlocuzione esistente con la presidenza dell’Autorità Portuale di Taranto e di continuare a rivolgere ad essa, nell’interesse della collettività, puntuali istanze di verifica degli obiettivi raggiunti, così come di quelli ancora da traguardare”.
Intanto, in merito alle vicende del porto e del futuro dello scalo ionico, Aldo Pugliese, segretario generale della Uil di Puglia evidenzia che “è inutile temporeggiare e perdere ancora tempo con Tct e con i suoi principali azionisti Evergreen-Hutchinson, che hanno già dimostrato fattivamente di non avere interessi per il porto di Taranto e di non rispettare quanto previsto dagli accordi. A questo punto sarebbe opportuno chiudere definitivamente una parentesi oscura dell’attività portuale tarantina e pensare concretamente a progettare il futuro, che grazie alle opere da 500 milioni di euro che finalmente l’autorità portuale è riuscita a far cantierizzare si prospetta roseo, a patto che lo scalo ionico non venga snobbato”.
Pugliese sottolinea come la messa in opera dei cantieri nel porto rappresenti “un’occasione unica di rilancio per la città, la provincia e l’intera regione. Se già prima il porto tarantino era molto ambito, ora le sue potenzialità si moltiplicheranno esponenzialmente e si apriranno opportunità importanti che non vanno assolutamente disperse. Preziosa, in tal senso, è stata l’attività dell’autorità portuale, che nonostante il filo spinato di ricorsi e controricorsi, è riuscita a portare a termine l’iter di cantierizzazione delle opere”.
Il segretario generale della Uil Puglia, torna poi sulla questione Tct. “L’azienda – spiega – avrebbe dovuto mettere in campo interventi migliorativi e di innovazione, a cominciare dal revamping delle attrezzature, gru in primis. Nulla di fatto, ovviamente. Allo stesso modo l’intesa che prevedeva l’obbligo, da parte di Tct, di aprire a nuove società interessate ad operare nel porto di Taranto, è stato puntualmente violato, portando a una situazione in cui la stessa Tct, sostanzialmente, agisce in regime di monopolio, ponendo insormontabili barriere d’entrata e danneggiando, di conseguenza, l’intera attività portuale. Insistere su una strada impervia e senza uscita – conclude Pugliese – è assurdo e controproducente. Si realizzino le opere in programma, si chiuda con Tct e si dia la possibilità a società di navigazione internazionali di approcciarsi al porto tarantino. Sicuramente nessuno rimpiangerà l’assenza di Tct, anzi siamo certi che nuove e più interessanti opportunità di rilancio e sviluppo si schiuderebbero all’orizzonte”.
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