Intanto in Liguria, secondo l’accordo stipulato nelle scorse settimane e fino al 30 settembre, nei lavori di pubblica utilità saranno impiegati 765 lavoratori ex Ilva. Due dipendenti Ilva di Genova in cassa integrazione stanno collaborando ad esempio con il Comune di Varazze grazie al progetto che permette l’impiego di lavoratori posti momentaneamente in CIGS, per svolgere lavori socialmente utili. Le attività assicurate dai due lavoratori residenti in Varazze o zone adiacenti, rientrano nel progetto di “Manutenzione del patrimonio comunale” predisposto dall’Amministrazione comunale di Varazze che prevede l’impiego complessivo di tre lavoratori con qualifica di operai, utilizzando la possibilità concessa dalla normativa per l’impiego di personale attualmente in cassa integrazione. Il progetto, temporaneo terminerà il 31 maggio 2015. Magari potrebbe essere un esempio o una strada da seguire anche dalle nostre parti, ovviamente dopo aver dato precedenza a chi ancora oggi un lavoro non ce l’ha.
Tornando alle vicende di casa nostra, attualmente la produzione giornaliera dell’Ilva, che marcia con soli due altiforni (il 2 e il 4) è di 12.000 tonnellate di ghisa. Cifra molto lontana dal break-even point di Ilva stimato intorno alle 22 mila tonnellate giornaliere. Il punto di pareggio o break even point (abbreviato in bep) è un valore che indica la quantità, espressa in volumi di produzione o di fatturato, di prodotto venduto necessaria per coprire i costi precedentemente sostenuti, al fine di chiudere il periodo di riferimento senza profitti né perdite. Tra i costi sostenuti, si include anche la remunerazione del capitale investito. Il break even indica quindi il punto nel quale si genera una situazione di equilibrio economico, nel quale l’impresa non realizza né utili né perdite.
Intanto è stato con ogni probabilità un guasto ad uno scambiatore a provocare giovedì sera il deragliamento di un carro-siluro carico di ghisa nell’area dell’Acciaieria 2 dell’Ilva di Taranto. Il mezzo ha abbattuto una serie di sostegni e tralicci e provocato lo scoppio di una tubazione in cui circola vapore, che ha comportato il fermo temporaneo dell’impianto, poi ripartito dal bilico opposto. Secondo alcuni delegati sindacali il problema allo scambiatore era già stato segnalato nei giorni scorsi. Lo Slai Cobas di Taranto sostiene “che all’Ilva la situazione peggiora ogni giorno di più mettendo costantemente a rischio la salute e la stessa vita degli operai e in pericolo la città. Neanche tre settimane fa, il 6 marzo, si era verificato – ricorda il sindacato di base – un gravissimo incidente alla Colata continua 5, in cui l’acciaio liquido, colato dalle siviere nella torre, fuoriuscì per venti minuti, a 1000 gradi circa”.
Infine, la new.co dell’Ilva, che nelle intenzioni futuristiche del Governo dovrà prendere in carico, o sarebbe meglio dire in affitto, impianti e personale dall’amministrazione straordinaria, nascerà in estate. “Nostro obiettivo è arrivarci entro il 31 agosto” ha dichiarato ieri Corrado Carrubba, uno dei tre commissari dell’Ilva, che giovedì, insieme a Piero Gnudi ed Enrico Laghi, ha partecipato al vertice sull’Ilva a Palazzo Chigi col premier Renzi, i ministri Padoan e Guidi, il viceministro De Vincenti e il sottosegretario Bellanova. “È stata una riunione positiva – spiega Carrubba – nella quale abbiamo condiviso col Governo la tempistica relativa alle azioni da fare per l’Ilva ora che la nuova legge è operativa a tutti gli effetti. Il premier – aggiunge Carrubba – ha ulteriormente confermato la massima attenzione del Governo su questa vicenda, sottolineando come l’Ilva costituisca uno snodo molto importante per il manifatturiero italiano”. Ma questo lo sappiamo da oltre 50 anni. Convinti e contenti loro…Buon weekend a tutti.
Gianmario Leone
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