Xylella: ok al piano d’intervento da 13,6 milioni di euro
Il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, ha approvato ieri il piano, predisposto dal Commissario Giuseppe Silletti e vagliato dal Comitato di monitoraggio, di attuazione delle misure per fronteggiare il rischio connesso alla diffusione della Xylella fastidiosa, il batterio che sta pesantemente colpendo il territorio meridionale della Puglia, in particolare la provincia di Lecce.
Sono cinque le tipologie di intervento indicate nel piano cui si potrà fare fronte grazie ai 13.610.000 euro (è stato stabilito che 2 milioni 950.000 euro saranno utilizzati per l’eradicazione degli ulivi assaliti da xylella fastidiosa, 3.900.000 per i trattamenti sanitari per controllare gli insetti vettori adulti e 1 milione per la distruzione di piante contagiate nei vivai) assegnati con la dichiarazione dello stato di emergenza: l’eliminazione di tutte le piante ospiti della Xylella presenti lungo le strade, fossi, canali e aree verdi all’interno della cosiddetta “area infetta” con trinciatura della chiome e relativo smaltimento; il controllo meccanico degli stadi giovanili dei vettori presenti sulle erbe spontanee infestanti con trinciatura; il trattamento fitosanitario per il controllo dei vettori adulti in oliveti e frutteti; l’estirpazione delle piante infette e, infine, la distruzione delle specie ospiti del batterio all’interno dei vivai. Perché il piano sia rafforzato nella sua efficacia, nel documento di approvazione il Prefetto Gabrielli ha concordato con il Commissario sull’importanza di una informazione costante, soprattutto nei confronti dei cittadini direttamente coinvolti, e ha sottolineato la necessità di effettuare un continuo monitoraggio sull’evoluzione dell’emergenza così da consentire l’eventuale tempestiva rimodulazione dello stesso piano degli interventi, qualora dovessero cambiare le esigenze.
L’eradicazione – ha spiegato mercoledì il commissario alla commissione Agricoltura – non sarà selvaggia, come temono gli imprenditori salentini, ma “selettiva”, ovvero si concentrerà solo sugli alberi irrimediabilmente malati. Si partirà da Oria (unico focolaio fuori dalla provincia di Lecce), poi si passerà ad eradicare nella fascia larga 15 km che si estende dallo Jonio all’Adriatico. I proprietari dei fondi dovranno inoltre curare la pulizia e l’aratura dei terreni, per bloccare le larve della sputacchina che è il vettore, e irrorare le piante con i pesticidi per sterminare gli insetti adulti. Il tutto entro il mese di maggio. Perché le elevate temperature favoriscono il contagio e anche il movimento della sputacchina, che da sola compie piccoli tragitti ma – ha chiarito Silletti – è capace di spostarsi usando, uomini, animali e mezzi. Ovvero di percorrere centinaia e centinaia di chilometri, andando potenzialmente a contagiare gli alberi di ogni altra regione d’Italia.
“Quali iniziative di analisi del batterio e dell’infezione sta promuovendo la Commissione al fine di una soluzione del problema alternativa all’eradicazione?”. È quanto scrivono in una interrogazione alla Commissione europea gli eurodeputati del Pd – S&D Paolo De Castro, Elena Gentile e Massimo Paolucci. “L’emergenza fitosanitaria, dovuta alla presenza di Xylella fastidiosa, che sta interessando gli oliveti del Salento ha assunto proporzioni di una gravità senza precedenti – aggiungono – La volontà manifestata dalla Commissione, imporrebbe l’eradicazione di tutte le piante contagiate ed il divieto al reimpianto con olivo”. “Tale eradicazione – proseguono – deve essere invece il più possibile limitata e circoscritta e favorire, insieme alla buona gestione agronomica e fitosanitaria, un efficace controllo dei vettori. Nell’area contaminata, dove il batterio è evidentemente insediato l’eradicazione degli olivi infetti non è più efficace, anche in relazione allo stato dell’infezione su altre specie arboree. La suddetta misura non tiene inoltre conto della secolarità delle piante e degli enormi costi comportati dalla loro rimozione”. “Considerate le già ingenti perdite sopportate dagli olivicoltori – concludono – e la responsabilità dell’Unione nel non aver ostacolato l’accesso di piante infette nel territorio comunitario (è accertato che la Xylella sottospecie pacua sia entrata in Europa attraverso piante ornamentali provenienti dal Costa Rica), come intende la Commissione sopperire agli ulteriori costi dovuti alla possibile implementazione di programmi di eradicazione a carico degli olivicoltori?”.