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Bonifica Mar Piccolo, chi avrà la meglio tra il buon senso e le lobby?

TARANTO – Chi avrà la meglio tra il buon senso e le lobby? Tra la volontà di difendere davvero l’ambiente e la tentazione di attingere dalle mammelle dello Stato per iniziative dall’esito incerto? Sono le domande che dovrebbero porsi tutti i tarantini che hanno a cuore le sorti di questo martoriato territorio.

In ballo c’è la bonifica del mar Piccolo, uno dei più grandi tesori naturali a disposizione della provincia ionica. La decisione su come e quando intervenire spetta al  Commissario straordinario per gli interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto, Vera Corbelli, impegnata in questi giorni in una serie di audizioni con le realtà locali. Ieri è stata la volta, tra gli altri, di una delegazione del WWF Taranto.

Com’era prevedibile, durante l’incontro si è toccato anche l’argomento forte delle ultime settimane: la proposta lanciata da Ance e Confindustria Taranto insieme a Studio Start, con il contributo dello IAMC CNR di Taranto e l’apporto tecnico di Officine Maccaferri SpA, mirata alla realizzazione di un capping rinaturalizzante. In poche parole, si tratterebbe di rivestire i fondali inquinati con materassini filtranti  zavorrati reattivi che dovrebbero trattenere le particelle inquinanti. Dopo la stesura dei materassini MFZ, il progetto prevede la ripiantumazione di essenze marine da scegliere tra la Cymodocea, consigliata dal Cnr, e la Posidonia Oceanica (scelta altamente improbabile in quanto “estranea” all’habitat naturale del mar Piccolo) con lo scopo di favorire la crescita di una nuova vegetazione.

Se una parte della stampa locale ha accolto con entusiasmo la proposta, da parte di diversi esperti ed ambientalisti si sono sollevate critiche forti e ragionate che fanno emergere i rischi legati ad una modalità di intervento comunque “invasiva” rispetto all’ecosistema mar Piccolo.

D’altronde la stessa Corbelli, nel corso di un’audizione parlamentare aveva messo in guardia sia sul dragaggio che sul capping: “Non si può prevedere un capping laddove il materiale non è classificabile e non dà neanche affidabilità in termini di meccanica dei terreni  – aveva detto lo scorso 20 ottobre parlando alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti –qualsiasi cosa andiamo a fare non regge. Rischiamo di andare a compromettere ulteriormente lo stato delle risorse”. 

Anche nell’incontro di ieri, la Corbelli si è mostrata cauta. «Il Commissario ci ha detto che è ancora presto per individuare qualsiasi modalità di intervento perché siamo ancora agli studi preliminari – ci ha riferito Fabio Millarte, presidente del WWF Taranto – ed ha aggiunto che fin quando non si risolve il problema delle fonti contaminanti ancora attive (con riferimento alle due falde: superficiale e profonda) non si farà nulla».

Oltre a sollecitare l’individuazione e la chiusura di tutte le fonti inquinanti, l’associazione ambientalista ha chiesto di scongiurare lo sperpero di denaro pubblico per interventi di bonifica non risolutivi o addirittura dannosi. «Abbiamo proposto la trasformazione del mar Piccolo in un’Area Marina Protetta e di creare un circolo virtuoso di attività – ha aggiunto Millarte – andando nello specifico del Parco naturale “La Vela”, abbiamo proposto la realizzazione di un Ecomuseo, di un piccolo molo in legno da usare per imbarcazioni prive di motore, un Centro Esperienzale legato al sistema INFEA, un’infrastrutturazione dei sentieri naturali (da percorrere a piedi o a cavallo) garantendo ai visitatori una mappatura e delle indicazioni precise su come muoversi».

Da parte sua, la Corbelli ha confermato la volontà, già anticipata da InchiostroVerde nelle scorse settimane, di avviare a breve i primi interventi pratici all’interno del mar Piccolo: la pulitura delle coste e dei fondali, da attuare con la collaborazione della Capitaneria di Porto, e lo sminamento con l’ausilio della Marina Militare. In fondo al mar Piccolo, infatti, abbondano carcasse di auto, frigoriferi, lavatrici e ordigni bellici ereditati dall’ultimo conflitto mondiale. Per gli interventi di bonifica veri e propri, invece, il Commissario intende svolgere tutti gli approfondimenti necessari per non compiere scelte avventate. E noi ci auguriamo che sia davvero così.

Alessandra Congedo

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