Imu agricola, M5S: “Approvata la patrimoniale sulla terra”

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imuCon 272 voti favorevoli, 153 contrari e 15 astenuti, l’Aula di Montecitorio ha messo definitivamente fine alla questione IMU agricola, iniziata con il decreto 66/2014 con i famosi 80 euro del Governo Renzi e proseguita con il successivo decreto del 28 novembre scorso. I contadini italiani, dunque, sono condannati a pagare un balzello da più parti ritenuto ingiusto, iniquo e definito una vera e propria “patrimoniale sulla terra”.

Stamattina (ieri per chi legge, ndr) si è consumato l’assalto alla terra di Matteo Renzi – afferma il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura, intervenuto oggi nella dichiarazione di voto finale del provvedimento osteggiato dai 5 Stelle che, in Aula, hanno anche esposto cartelli con la scritta “No IMU, la terra non si tassa” – Una patrimoniale sulla terra nata solo per coprire lo spot degli 80 euro del Governo Renzi (che tra l’altro si è rivelato un fallimento: ci si aspettava un +15% ma si è registrato un misero +0,51% dei consumi) e applicata senza considerare quello che dovrebbe essere l’unico vero elemento per riorganizzare la fiscalità agricola, ovvero la reale redditività delle colture, bensì basandosi su una classificazione altimetrica vecchia di vent’anni”.

Il Movimento 5 Stelle si è sin da subito opposto all’IMU agricola, al principio della tassazione della terra. “Abbiamo fatto proposte di buon senso, trovando coperture efficaci, valide e certificate che avrebbero evitato il colpo all’agricoltura e ai piccoli comuni – continua L’Abbate (M5S) – ma il Governo e il PD hanno detto sempre e soltanto no, accogliendo in calcio d’angolo solo alcuni ordini del giorno, per i quali ci impegniamo sin da ora a verificare il rispetto nel corso dei prossimi mesi, come per il caso dei terreni colpiti da fitopatie come la Xylella fastidiosa.

Certamente avremmo preferito l’esenzione totale dei terreni agricoli, la revisione del catasto agricolo e della classificazione Istat, l’esenzione per gli agricoltori con meno di 15 mila euro di redditività annuale, il ripristino delle agevolazioni IRAP – continua il deputato pugliese 5 Stelle – ma niente ha convinto la maggioranza e, per ogni proposta, abbiamo ottenuto un diniego, assordante quanto il silenzio del ministro dell’Agricoltura Martina, il quale non ha mai messo piede in Aula durante la discussione. Adesso il decreto è legge e allora ci auguriamo che i tanti sindaci PD invitino lo stesso Renzi ad andare a riscuotere questo balzello, visto che saranno costretti a chiederlo per coprire i buchi di bilancio. Glielo spieghi Renzi a cittadini e piccoli agricoltori – conclude Giuseppe L’Abbate (M5S) – come è stato facile con una mano elargire gli 80 euro in busta paga e con l’altra prenderne dalle singole tasche ancora di più”.

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