Obiettivo del piano è impedire l’ulteriore espansione dell’epidemia, intervenendo sull’insetto che veicola la diffusione del batterio, noto come “sputacchina media”. Si partirà quindi da pratiche obbligatorie poco invasive da attuare nell’immediato e fino alla fine di aprile, come l’aratura delle erbe spontanee per eliminare l’insetto nella fase giovanile, per passare successivamente, da maggio in poi, agli interventi fitosanitari, con l’utilizzo di insetticidi. Nel frattempo è prevista comunque l’eradicazione delle piante infette, resa più che mai necessaria dalla notizia di nuovi focolai anche nella provincia di Brindisi.
Dal punto di vista operativo, Silletti ha spiegato che il piano definisce una fascia di profilassi che abbraccia alcuni comuni del brindisino, del tarantino e della Provincia di Lecce; una fascia cuscinetto indenne dal parassita e una fascia di eradicazione lunga 50 chilometri e profonda 15 voluta dalla Comunità Europea per garantire maggiore sicurezza. Il braccio operativo del Commissario sarà l’ARIF che attuerà anche gli interventi sostitutivi nei campi abbandonati.
Su sollecitazione del consigliere Amati, il commissario Silletti ha chiarito che la competenza dei monitoraggi resterà in capo alla Regione, in quanto attività indispensabile per calibrare e rimodulare gli interventi in presenza di nuovi casi di infezione, e ha annunciato l’avvio di una campagna informativa per favorire il coinvolgimento di tutti i cittadini.
A margine dell’audizione, sono intervenuti i consiglieri Luigi Mazzei, Sergio Blasi, Salvatore Negro, Pino Lonigro, Giovanni Epifani e Antonio Scianaro. Mazzei ha polemizzato contro l’azione tardiva della Regione, insistendo sulla possibilità che un intervento più tempestivo avrebbe scongiurato il diffondersi dell’epidemia, dal momento che le prime segnalazioni di casi di Xylella risalirebbero all’ottobre 2013. Il consigliere ha poi chiesto se il Piano preveda ristori per gli agricoltori danneggiati e se vi sia la possibilità di segnalare le perdite subite.
Blasi ha invece posto interrogativi riguardanti lo stanziamento di fondi per la ricerca e l’esistenza di sanzioni per chi non rispetta gli obblighi prescritti dal Piano; a chi imputare le responsabilità degli interventi nelle proprietà pubbliche e ha sollevato perplessità sul ricorso ai pesticidi che potrebbero determinare rischi sanitari. Negro ha sottolineato la necessità di una maggiore informazione nei confronti degli addetti al settore, mentre Lonigro ha suggerito di far pervenire alla Comunità europea la richiesta di modificare il meccanismo per l’attribuzione del contributo agricolo in modo da incentivare la cura e la coltivazione dei suoli.
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