Xylella, Coldiretti: “Sarà una Pasqua senza ramoscelli d’ulivo”

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ulivetoSolo in Salento a rischio undici milioni di ulivi, si dichiari lo stato di calamità. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti che sottolinea come il problema della diffusione della Xylella, il batterio che uccide gli ulivi nella provincia pugliese, sia non solo regionale, ma italiano e comunitario. Con lo stato di calamità naturale, spiegano, si innescherebbero urgenti misure di sostegno in favore degli imprenditori olivicoli, quali sgravi della contribuzione previdenziale agricola ai sensi del D. Lgs. 102/2004 e del settore della trasformazione, sospensione o dilazione delle scadenze fiscali agricole previste per i soggetti agricoli professionali e la posposizione di ogni scadenza di mutui e investimenti per cinque anni, interventi indispensabili per garantire un futuro ad imprese olivicole, cooperative, frantoi e vivai salentini.

La Coldiretti chiede poi che l’Unione Europea, oltre a monitorare quanto sta accadendo in Puglia, mettendo in quarantena vivai e olivicoltori, disponga efficaci misure di rafforzamento dei controlli alle frontiere e l’embargo alle aree da cui proviene il batterio, come ad esempio il sud America e un doveroso periodo di quarantena delle piante provenienti da Paesi extra europei per bloccare il commercio di materiale vegetale infetto. Nel panorama nazionale, la Puglia è la prima regione, con circa 172mila tonnellate di olio di oliva prodotte annualmente. Il comparto genera un fatturato che si aggira mediamente attorno ai 600 milioni di euro e rappresenta uno dei principali comparti produttivi dell’agricoltura pugliese. La provincia di Lecce è uno dei principali bacini produttivi dell’olivicoltura regionale. In questa provincia è localizzato più di un quarto del comparto olivicolo regionale: 65mila aziende olivicole e 97mila ettari coltivati a olivo.

Sarà la prima settimana Santa in cui non saranno distribuiti i tradizionali ramoscelli di ulivo nella domenica delle Palme se si vuole evitare la diffusione di una epidemia che sta facendo strage di piante secolari che dal Salento in Puglia potrebbe estendersi in tutta Europa”. È questo, secondo la Coldiretti, uno degli effetti della diffusione della Xylella fastidiosa: questo perché la schiusa delle uova dell’insetto vettore della malattia, la sputacchina, inizierà proprio nei giorni che precedono la Pasqua e ciò renderà molto pericoloso scambiarsi i tradizionali rametti d’ulivo, simbolo della pace nel mondo.

Lo ha sottolineato il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo, che accompagnato dall’intera giunta, ha dato il via ieri in una azienda agricola del Salento, alla terapia salva ulivi con le attività di potatura, trinciatura, sarchiatura e aratura dei terreni, necessarie a fermare la propagazione del contagio. Gli insetti ancora giovani di sputacchina – precisa la Coldiretti – risultano stanziali, sono soliti vivere sulle erbacce presenti ai piedi degli olivi. Buone pratiche colturali adeguate, interventi periodici, tesi all’arieggiamento delle piante e miglioramento dello stato vegetativo, possono ridurre in maniera imponente tali vettori, senza alcun impatto ambientale. “Inizia una battaglia contro il tempo per difendere le storiche piante millenarie e salvare un bene dell’intera Umanità” ha detto Moncalvo sottolineando che “è necessario garantire l’impegno delle istituzioni, gli interventi necessari e le risorse adeguate per salvare un bene pubblico che tutto il mondo ci invidia”.

L’iniziativa di ieri è stata realizzata in un campo agricolo di circa 50 ettari sulla strada provinciale che collega Cavallino a Caprarica, una delle ultime zone focolaio individuate, dove i segni di essiccamento sulle chiome degli ulivi si stanno diffondendo aggredendo sia gli esemplari ultracentenari presenti sia quelli più giovani. Si tratta di un uliveto perfettamente manutenuto e che è stato scelto simbolicamente dalla Coldiretti per dimostrate che il contagio non avviene solo in agri abbandonati e incolti. “Il piano antixylella del commissario Silletti – ha detto ancora Moncalvo – è un piano importante nei numeri e va affrontato con lucidità, gestito con la ricerca al nostro fianco, perchè non possiamo permetterci di distruggere più del necessario un patrimonio cosi fondamentale come l’Ulivo in questo territorio”.

Per salvare le piante millenarie la Coldiretti ha lanciato una petizione popolare attraverso l’hashtag #savemonumentalolives su Twitter, per coinvolgere la società civile nell’azione di tutela ambientale e del paesaggio, contestualmente all’avvio della prima raccolta di fondi utile a finanziare la ricerca per debellare la malattia con il metodo del crowdfunding ambientale e dare così la possibilità ai milioni di italiani e stranieri che amano il Salento di contribuire concretamente.

L’iniziativa è stata lanciata in occasione della visita del presidente Roberto Moncalvo e della giunta nazionale in Puglia anche in vista dell’Expo, che sarà visitata da 20 milioni di persone italiane e straniere. “La ricerca – sottolinea la Coldiretti – ha un ruolo determinante perché fino al 2013 in Europa non c’era traccia di xylella, pare fosse conosciuto (da 130 anni) solo nelle Americhe e a Taiwan. Colpisce anche alberi da frutto e piante ornamentali, diffusissime in Salento, ma per fortuna la vite ad oggi risulta immune”. “Il complesso del disseccamento rapido dell’ulivo, in base a quanto emerso anche in occasione dell’International Symposium on the European outbreak of Xylella fastidiosa in olive, che ha riunito a ottobre 2014 ben 200 ricercatori provenienti da venti nazioni diverse, rischia di allargarsi pericolosamente oltre quest’area di primo insediamento e diffusione”, conclude la Coldiretti.

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