La questione dello stabilimento di Grottaglie è dunque entrata anche nel dibattito dell’Hotel Parco dei Principi. Il primo a intervenire sull’argomento è stato, però, il segretario pugliese Gianni Forte. “Alenia è una delle punte di diamante della nostra industria”, ha dichiarato. “C’era proprio bisogno che Giordo lanciasse questo allarme? E il management, in questo, possibile non ha alcuna responsabilità? E l’uso degli interinali – ha proseguito – non ha avuto alcun effetto sulla redditività in un settore che richiede competenze così specifiche? La Fiom fa bene – ha concluso Forte – a dire che Alenia non si tocca”.
Il caso Alenia, dunque, è più reale che mai. Non è un caso se sia stato al centro del coordinamento nazionale della Fiom Alenia Aermacchi svoltosi a Roma lunedì, per analizzare il piano industriale presentato dall’ad di Finmeccanica, Mauro Moretti, approvato lo scorso 27 gennaio dal Cda. Per quanto riguarda i siti dedicati ai programmi di produzione di Aerostrutture (Nola, Foggia e Grottaglie), “la mancanza di dettagli operativi e finanziari per la realizzazione degli annunciati obiettivi di aumento della redditività desta grande preoccupazione” sostiene la Fiom. Infatti, “in assenza di una chiara strategia in merito, le carenze organizzative e la scelta di ricorrere all’appalto di attività in maniera disordinata e spesso incomprensibile rischiano di oscurare la potenzialità di queste attività costruendone un’immagine negativa agli occhi dei clienti e dell’azionista”. In quest’ambito, che riguarda tutti i siti in questione, particolarmente grave appare la situazione di Grottaglie “dove lo stato di perenne emergenza sta facendo precipitare i livelli di efficienza, efficacia e qualità dello stabilimento” sostiene la Fiom.
“Data l’importanza strategica di queste attività e la necessità di recuperare adeguati livelli di efficienza e qualità senza scaricare il peso delle iniziative sui lavoratori”, il coordinamento nazionale della Fiom, “ritiene non rinviabile un confronto specifico sull’organizzazione del lavoro al massimo livello possibile, a partire proprio dalla specifica condizione del sito di Grottaglie”. Alla luce di ciò, il coordinamento nazionale della Fiom di Alenia Aermacchi, valuta come “insufficiente l’approfondimento effettuato con la Direzione Alenia e che, a questo punto, vada ripreso urgentemente un confronto che affronti complessivamente le prospettive del gruppo Finmeccanica”. Tutto ciò perché, in sintesi, per la Fiom Cgil “non ci sono elementi che garantiscano in maniera adeguata una prospettiva di medio lungo periodo che, come è noto, sono elementi essenziali in un mercato come quello dei prodotti e dei sistemi aeronautici. Ogni decisione, anche relativa al solo settore aerospazio, andrà pertanto valutata in un quadro noto ed esplicito dei contenuti finanziari, industriali, organizzativi e occupazionali del piano di riorganizzazione di tutto il gruppo”.
Il coordinamento ritiene inoltre che vada affrontata, a quel livello, anche la questione degli appalti, e dei contratti precari “che, in Alenia, stanno arrivando ad un livello qualitativo e quantitativo assolutamente ingiustificato ed inaccettabile, con un continuo peggioramento delle condizioni di lavoro alle quali sono sottoposti le lavoratrici ed i lavoratori”. Per questi motivi il coordinamento nazionale, insieme alle segreterie nazionali e territoriali della Fiom, ha deciso di avviare prossimamente, una campagna di assemblee con i lavoratori “al fine di rendere consapevoli tutte e tutti rispetto alla delicatezza della situazione nonché di opportunità e criticità che, insieme alle organizzazioni sindacali e alle RSU, andranno affrontate a partire dalle prossime settimane”.
Come riportato nei giorni, secondo gli accordi stipulati con la Boeing, vanno consegnate al colosso statunitense 12 coppie di fusoliere al mese (nella fine del 2013 si passò da 7 a 10 coppie al mese): nel mese di gennaio e febbraio però, dallo stabilimento grottagliese ne soltanto uscite 16, 8 al mese. Inoltre, all’appello ne mancano altre 13 che l’azienda non è riuscita a consegnare per tempo nel 2014. Proprio la scorsa settimana infatti, pare che all’Alenia di Grottaglie sia arrivata una lettera “di stato di crisi” della Boeing, in cui in pratica si intima all’azienda di consegnare 12 coppie di fusoliere nel mese di marzo, per rimettersi “al passo” con gli accordi previsti.
Per fare questo, l’Alenia ha intenzione di esternalizzare alcuni lavori dell’area montaggio, portando altre ditte all’interno del sito in modo da affiancare il personale presente per recuperare il ritardo accumulato. Inoltre, è stato segnalato in questi giorni l’arrivo a Grottaglie di altro personale: si tratta di capisquadra dagli stabilimenti Alenia di Capodichino e di Foggia.
Fattore che in realtà contribuisce soltanto ad esacerbare gli animi dei lavoratori, alzare la tensione e creare confusione all’interno dello stabilimento. Sono infatti in molti a ritenere, non a torto, che l’inizio del declino dell’azienda di Grottaglie sia avvenuto in concomitanza all’avvio della politica delle esternalizzazioni portata avanti dall’azienda negli ultimi anni (fattore che ha portato all’entrata nel sito grottagliese di tante aziende soprattutto brindisine, grazie anche al fatto che la Quanta, agenzia interinale che lavora a stretto contatto con l’Alenia da anni, ha la sua sede proprio a Brindisi). Ditte dell’appalto che purtroppo hanno portato con sé quelle logiche clientelari del tutto italiane, dalla politica al sindacato, che hanno penalizzato ulteriormente la produttività del sito. Ciò non toglie però, che per ottenere determinati standard, bisogna investire e non poco. E’ bene ribadire ancora una volta infatti, che per stare al passo con i programmi previsti, ovvero consegnare alla Boeing 12 coppie di fusoliere al mese, due sono le strade: o si realizzano ulteriori investimenti, oppure si spremono come limoni i lavoratori. Cosa già avvenuta in passato. E certamente non più tollerabile per nessuna ragione.
G. Leone
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