Ilva, Bonelli (Verdi): “Taranto deve passare dall’economia della diossina all’economia della vita”
TARANTO – «Questa città sta subendo dal Governo un accanimento inaccettabile: decreti su decreti che la condannano a vivere ancora nei veleni. Per decenni, Taranto ha dato tanto per lo sviluppo, l’economia e il Pil nazionale, ma ora è giunto il momento che l’Italia riconsegni ai cittadini ionici tutto ciò che è stato tolto in termini di vite umane e di degrado sociale ed economico». E’ questo uno dei temi toccati ieri mattina dal co-portavoce nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, nel corso della presentazione del suo libro “Good Morning Diossina – Taranto, un caso italiano ed europeo”, scaricabile gratuitamente dal link www.verdi.it/goodmorningdiossina.html.
In circa 230 pagine, Bonelli ripercorre le note vicende giudiziarie che vedono coinvolta l’Ilva e illustra le sue proposte economiche per uscire dalla crisi. L’idea di fondo è quella di passare “dall’economia della diossina all’economia della vita” citando come esempi da imitare Bilbao, Pittsburgh e la Ruhr, realtà industriali che hanno saputo giocare bene la carta della riconversione economica. Nella sala del cinema Bellarmino, il leader dei Verdi ha raccolto tutti coloro che hanno condiviso la sua esperienza politica in città a partire dal 2012, quando accolse l’invito a candidarsi a sindaco. L’incontro, condotto da Rosalba De Giorgi, ha visto la partecipazione dello scrittore Raffaele Vescera.
«I sindacati dovrebbero dire che qui il tasso di disoccupazione è il più alto d’Italia – ha evidenziato Bonelli – questo dimostra che esiste un problema grandissimo da un punto di vista economico che non è risolto dall’attuale modello produttivo. Lo sforzo da fare, quindi, è quello avviare un processo di riconversione industriale e in questo libro noi indichiamo come. Già nella campagna elettorale del 2012 parlavamo di area No Tax, un meccanismo che è stato applicato in altre parti d’Europa e di modelli di riconversione adottati in realtà come Bilbao e Pittsburgh. L’ennesimo decreto voluto dal Governo non solo condanna la città a vivere nei veleni, ma non garantisce nemmeno l’occupazione perché mira ad una ristrutturazione basata sui licenziamenti. I sindacati si stanno assumendo una responsabilità enorme, oggi come in passato, quando sono stati in silenzio mentre gli operai andavano nelle corsie d’ospedale».
Per quanto riguarda il suo rapporto con Taranto, Bonelli ha dichiarato di aver molto sofferto, dal punto di vista umano, nel vedere quanto sia difficile trovare una sintesi comune tra le varie realtà esistenti sul territorio. «Penso che questo sia il grande obiettivo da perseguire – ha aggiunto – trovare una sintesi per un lavoro comune perché le divisioni favoriscono coloro che portano avanti progetti di distruzione sociale, economica ed ambientale». Dell’atavica tendenza alla frammentazione della comunità ionica, anche tra le varie anime dell’ambientalismo locale, abbiamo spesso parlato su InchiostroVerde. Un male che ha pesantemente ostacolato la battaglia in difesa della salute e dell’ambiente, insieme ad alcune smanie di protagonismo. Ed è bene ricordare che questa battaglia ha visto molti dei suoi protagonisti combattere lontano dalla luce dei riflettori. Uomini e donne, seri e appassionati, che pur operando nell’ombra hanno fornito il loro generoso contributo a favore della causa ambientalista. Forse i loro nomi non troveranno mai spazio sulle pagine di un libro, ma il loro impegno, seppur nascosto, merita rispetto e gratitudine. (A. Cong)