Assennato propone invece di approvare «l’articolato messo a punto dal tavolo tecnico assessorato Ecologia-Arpa, che risolverà le incongruenze normative della legge regionale 7/99, permettendone l’applicazione e consentendo la continuità del sistema di controlli, necessario per tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini, piuttosto che gli interessi di pochi soggetti inquinatori». «Chi andrà ad informare i cittadini di Taranto – si chiede tra l’altro Assennato – che in base alla cancellazione della legge viene meno l’unico riferimento normativo in base al quale l’attività di monitoraggio delle sostanze odorigene, svolta da Arpa, poteva condurre a concreti interventi di mitigazione?».
L’Arpa fa rilevare, inoltre, che la norma «aveva lo scopo di regolamentare le emissioni puntuali di tutte le aziende responsabili di impatto osmogeno oltre che dei sansifici» e che «è stata utilizzata come riferimento nei numerosi procedimenti autorizzativi regionali di Aia, Via, ecc.», ed ha consentito di effettuare «numerosi controlli su vari insediamenti produttivi, con successiva attuazione di procedimenti correttivi a tutela della popolazione interessata». Questa attività, puntualizza Assennato, «si è svolta in tutte le province pugliesi, anche a supporto delle iniziativa dell’autorità giudiziaria ma, in particolare, a Taranto ha visto la realizzazione di un progetto innovativo (Odortel), frutto di una utile sinergia con il mondo universitario». Nel progetto sono coinvolte decine di cittadini del quartiere Tamburi e di altre aree della città che, attraverso un numero verde, informano l’Arpa degli eventi odorigeni che si verificano nell’area attivando, nel contempo, un sistema di campionamento che viene automaticamente acceso attraverso il software del sistema.
La V Commissione consiliare, aggiunge Assennato, ha approvato «inopinatamente» un progetto di legge «che prevede la sospensione degli articoli 1 e 1 bis della legge regionale 7/99, annullando, di fatto, la validità della normativa in questione, senza tener alcun conto della proposta approvata congiuntamente da Assessorato regionale all’Ecologia e Arpa Puglia«. Qualora il Consiglio regionale pugliese »approvasse – conclude Assennato – tale improvvido disegno di legge, ciò costituirebbe un atto in completa controtendenza rispetto alla produzione normativa regionale degli ultimi anni, che ha visto l’emanazione di dettati assolutamente innovativi, volti alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, atto di sapore reazionario, che farebbe arretrare la governance pugliese di almeno 16 anni«. (ANSA)
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