Inquinamento e salute, l’Isde sollecita un rapido cambiamento di rotta
L’International Society of Doctors for the Environment Medici per l’Ambiente – ISDE e la Regione Toscana, con il supporto tecnico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), hanno promosso ed organizzato sabato scorso la 5^ Conferenza Internazionale “Update su Salute Ambientale Globale”, svoltasi presso l’Auditorium Pieraccini dell’Ospedale San Donato di Arezzo.
In questo consesso di altissimo livello Maria Neira, Direttore del Dipartimento Salute pubblica e fattori ambientali e sociali della salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’agenzia delle Nazioni Unite massima autorità internazionale nell’ambito della salute, ha mostrato a che punto siamo con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, partendo dalle nuove stime OMS sull’inquinamento atmosferico e sulle conseguenze che si presume produrrà la Conferenza Globale su Cambiamenti Climatici e Salute – COP21 che si svolgerà a Parigi nel Dicembre prossimo. E’ stato ribadito che l’inquinamento atmosferico, insieme ai cambiamenti climatici, rappresenta oggi la maggiore preoccupazione per la sanità pubblica: 7 milioni di morti premature sono annualmente collegate all’esposizione all’inquinamento dell’aria. Una riduzione dell’inquinamento dell’aria potrebbe salvare milioni di vite.
Nell’ambito del convegno si è sottolineata la necessità di ridurre drasticamente l’esposizione a tutte le forme di inquinamento chimico e fisico, per preservare la salute e tutelare in maniera particolare i bambini, che sono particolarmente sensibili, e le fasi più importanti della vita come la gravidanza e i primissimi anni di vita. La relazione di Lilian Corra, Segretaria Internazionale ISDE, è stata dedicata all’inquinamento ambientale da farmaci. Molti agenti chimici dei prodotti farmaceutici sono stati creati per essere poco degradabili, o persino non degradabili, in modo tale da resistere durante il passaggio attraverso il corpo umano o animale. Le sostanze chimiche diventano quindi un pericolo quando queste persistono e vengono disseminate nell’ambiente.
Nonostante i residui dei prodotti farmaceutici introdotti nell’ambiente siano inclusi anche nelle direttive UE, essi non sono sufficientemente trattati come un problema di inquinamento. Ernesto Burgio, Presidente del Comitato Scientifico ISDE, ha dettagliato poi come una esposizione precoce agli inquinanti ambientali determini un aumento della malattie croniche non trasmissibili. La teoria delle origini embrio-fetali delle malattie degli adulti (DOHaD) spiega come, nei primi anni di vita, l’ambiente induca cambiamenti nello sviluppo che possono avere un impatto di lungo termine sul rischio di salute e di malattia. La DOHaD ha quindi importanti implicazioni per le nostre società e per la politica sanitaria globale e persino per il futuro “evolutivo” della nostra specie.
Le recenti crisi economiche che coinvolgono (e in molti casi hanno travolto) la sfera economica e quella sociale evidenziano – ha sostenuto Massimo Mercati, Direttore Generale di Aboca – il limite del concetto di “crescita” così come è stato concepito sino ad oggi. Di fronte all’evidenza del “limite”, dobbiamo ripensare i nostri modelli e capire se questo termine può ancora avere un significato valido per il futuro. La “crescita qualitativa” si propone come una nuova base concettuale, fondata necessariamente sulla tutela dell’ambiente e sulla salvaguardia della salute umana, in quanto unica possibile via d’uscita dalle sconvolgenti conseguenze generate dal modello di crescita attuale. Comprendere profondamente queste dinamiche ed orientare i processi produttivi in maniera consequenziale è la più grande opportunità che la crisi ci offre.
Fabrizio Bianchi, Responsabile Unità di ricerca Epidemiologia ambientale e registri di patologia, Istituto di Fisiologia Clinica – Consiglio Nazionale delle Ricerche, ha affermato che ci sono molti fattori conosciuti ed evitabili che hanno un considerevole impatto su morbosità e mortalità precoce, diversi dei quali non rientrano nell’ambito del settore sanitario. L’approccio della salute in tutte le politiche si basa sull’osservazione del ruolo che hanno molteplici fattori sociali nel danneggiare o distruggere la salute. La Valutazione d’Impatto sulla Salute (VIS) è fortemente sostenuta dall’ OMS per mezzo di azioni intersettoriali per proteggere la salute. La VIS è un processo partecipativo per valutare i rischi attribuibili agli interventi o alle strategie prima che siano stabilite, progettate e condotte, come strumento per i decisori. Molte sono le esperienze e di recente il Piano Nazionale per la Prevenzione ha assunto la VIS come strumento di valutazione nel settore ambiente-salute.
Agostino Di Ciaula, Referente ISDE Puglia, ha evidenziato che in Europa vi sono circa 2,5 milioni di siti potenzialmente contaminati (molti non ancora caratterizzati) e sono stati bonificati solo il 15% dei casi noti. Le principali cause di contaminazione (circa due terzi dei casi) sono l’inadeguata gestione dei rifiuti e l’inquinamento industriale. Gli studi “Sentieri” hanno ben documentato i danni sanitari a carico degli esposti nei siti inquinati: è auspicabile un rapido cambio di rotta che punti a misure efficaci di analisi del rischio e di prevenzione primaria, impiegando strumenti innovativi su ampi intervalli temporali. A conclusione dell’evento una tavola rotonda sull’importanza dei “Medici Sentinella” in cui sono intervenuti di FNOMCeO e delle principali organizzazioni mediche del territorio.
Isde – Associazione Medici per L’Ambiente