Riceviamo e pubblichiamo la lettera che Peacelink ha inviato al Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker.
Secondo la Commissione Europea, test effettuati hanno dimostrato una pesante situazione di inquinamento di aria, suolo, acque di superficie e di falda, sia sul sito Ilva che nella vicina città di Taranto. L’Italia ha mancato e continua a mancare nell’assicurare che lo stabilimento produca in conformità con la Legge europea. Molti dei problemi derivano dal fallimento nel ridurre l’alto livello di emissioni, che generano un impatto negativo potenzialmente molto pericoloso sulla salute umana della popolazione locale e sullo stato dell’ambiente. La settima legge Ilva approvata oggi garantisce la produzione ma riduce pesantemente la già debole protezione ambientale. Le misure che avrebbero dovuto assicurare il rispetto del diritto delle persone alla vita non sono state applicate.
Inoltre, la dirigenza commissariale Ilva avrà il potere di decidere quali misure applicare o meno. La responsabilità dei Commissari Ilva per le azioni commesse o omesse sarà esente da conseguenze penali. Taranto avrà a sua disposizione la somma di 500.000 euro per il 2015 per curare quelle malattie in crescita, che già affliggono pesantemente e continuamente la popolazione. Crediamo, egregio Presidente, che la Commissione Europea debba entrare nella questione per proteggere la legge europea e i diritti dei cittadini di Taranto.
Taranto è la città che ospita il più grande stabilimento siderurgico d’Europa e che è stata sacrificata a questo fine, mentre le veniva rifiutata la protezione da parte delle Autorità Italiane locali, regionali e nazionali. Non abbiamo altra scelta che chiedere l’aiuto della Commissione Europea, affinché essa possa farsi di nuovo garante del futuro di Taranto, dei diritti della sua gente e dei suoi lavoratori.
Antonia Battaglia, Alessandro Marescotti e Luciano Manna
Associazione PeaceLink
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