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E’ legge il decreto sull’Ilva e l’area di Taranto – Ecco cosa prevede

TARANTO – L’aula della Camera ha approvato ieri il dl Ilva con 284 sì, 126 no e 50 astenuti (i voti contrari sono stati espressi da Movimento Cinque Stelle, Lega e Sel, mentre si sono astenuti Forza Italia e Fratelli di Italia). Il via libera è definitivo e quindi il decreto è convertito in legge. Subito dopo l’approvazione della Camera è arrivato puntuale il tweet del premier Renzi. “Approvato definitivamente decreto legge. Per Taranto (e per l’Ilva) riparte la speranza #lavoltabuona”.

Il decreto che consente l’operatività dell’amministrazione straordinaria – applicata all’Ilva, dallo scorso 21 gennaio, in base alla legge Marzano – ma soprattutto spiana la strada alla costituzione della new.co pubblica che tra alcuni mesi dovrebbe acquisire gli impianti e il personale dell’azienda dalla stessa amministrazione straordinaria. La new.co, che nelle intenzioni del Governo sarà partecipata con gli strumenti messi a disposizione dall’Investiment Compact, corrisponde alla scelta politica fatta dall’esecutivo Renzi verso la fine dell’anno.

Era infatti in corso una trattativa molto complicata con i soggetti potenzialmente interessati all’acquisizione dell’Ilva, soggetti che da una rosa iniziale erano poi scesi sostanzialmente a due (Arvedi e la cordata tra la multinazionale Arcelor Mittal e il gruppo italiano Marcegaglia, con quest’ultima in pole position), quando il premier Matteo Renzi annunciò che l’Ilva sarebbe tornata temporaneamente al pubblico dopo essere stata dell’Iri sino all’inizio del 1995 quando fu venduta al gruppo Riva.

Lo Stato, disse mesi fa Renzi, si sarebbe fatto carico di risanare l’azienda dal punto di vista ambientale e di rilanciarla industrialmente, tutelando nel contempo l’occupazione. L’Ilva ha infatti nei suoi siti 16mila dipendenti, di cui 11mila a Taranto, dove ieri, peraltro, è iniziato il terzo anno con i contratti di solidarietà. Una misura di crisi che interesserà per un anno 4.074 unità.

La scelta del temporaneo ritorno al pubblico è stata determinata anche da alcune contingenze: la sempre più critica mancanza di risorse per l’Ilva, che in alcuni periodi è stata anche sul punto di non pagare gli stipendi, e gli enormi costi della bonifica ambientale del siderurgico, stimati in base all’Aia in 1,8 miliardi di euro e ritenuti dai privati non solo esosi ma corrispondenti a prescrizioni che in Europa le altre aziende siderurgiche non hanno.

In breve, riportiamo ancora una volta i provvedimenti varati nella legge approvata ieri. Viene estesa la legge Marzano all’Ilva, permettendo il passaggio all’amministrazione straordinaria. E’ una sorta di fallimento controllato con alcune deroghe che tutelano le PMI dell’indotto e dell’autotrasporto che hanno effettuato prestazioni per risanamento ambientale, sicurezza, salute. I commissari potranno vendere o affittare gli impianti (a prezzi non inferiori a quelli di mercato). L’individuazione dell’affittuario o dell’acquirente avverrà a “trattativa privata”. Con l’offerta deve essere presentato un piano industriale e finanziario. Sono previste diverse forme di “salvacondotto” nei confronti dei commissari e loro delegati per l’adempimento di atti previsti dalla Salva-Ilva. Per portare a compimento il Piano Ambientale previsto dal Dpcm 14 marzo 2014, si accelerano le procedure burocratiche e si ribadisce il timing delle esecuzioni (l’80% delle prescrizioni vanno ultimate per il 31 luglio 2015, l’intero Piano entro il 4 agosto 2016).

Sono stanziati 10 milioni per la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi nel comune di Statte. La Regione Puglia può finanziare interventi per 5 milioni per la cura e la prevenzione dei tumori pediatrici nella provincia di Taranto. Alle PMI locali, a partire da quelle dell’indotto e dell’autotrasporto Ilva, viene riservato un importo massimo di 35 milioni del Fondo di Garanzia per le Pmi. Sospese fino al 20 dicembre 2015 le cartelle esattoriali. Sospese le rate dei mutui per gli anni 2015-2017. Viene facilitato il trasferimento in Italia delle somme sequestrate ai Riva (1,2 miliardi) tenute in conti Ubs in Svizzera. Le somme verranno convertite in obbligazioni emesse dall’amministrazione straordinaria e destinate alla realizzazione dell’Aia. I commissari potranno “contrarre finanziamenti per un ammontare complessivo fino a 400 milioni di euro” con la garanzia dello Stato: presupposto indispensabile per un finanziamento da parte di Cassa Depositi Prestiti.

I commissari sono autorizzati a chiudere il contenzioso Ilva-Fintecna su eventuali risarcimenti per danni ambientali antecedenti alla privatizzazione dell’Ilva (16 marzo 1995): Fintecna trasferirà così all’amministrazione straordinaria 156 milioni. Viene istituito un Tavolo per l’area di Taranto a Palazzo Chigi e viene costituito un Contratto istituzionale di Sviluppo (Cis), che deve contenere il programma per bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione dell’area di Taranto e il Piano di interventi per il comune. Il comune di Taranto predispone un piano per la riqualificazione, recupero, e valorizzazione della città vecchia. Le somme per gli interventi arrivano dai fondi europei.

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