Inizialmente, infatti, era stato comunicato ai lavoratori che vi era stata una proroga dell’appalto fino al dicembre 2015, con i lavoratori rientrati al lavoro. Anche noi avevamo riportato come risolto il caso della aziende di Ceglie operanti nell’indotto Alenia. Grazie appunto al rinnovo delle commesse fino alla fine dell’anno; considerando salvi, almeno sino a quella data, i 210 posti di lavoro a rischio. La notizia era stata diffusa al termine dell’incontro della mattinata di martedì scorso tra “Alenia Aermacchi” di Grottaglie e le ditte di Ceglie che producono fusoliere per velivoli, la “Tecnomessapia” e la “Tecnomessapia 2.
Le preoccupazioni dei lavoratori, che avevano dato vita ad un presidio spontaneo all’esterno del sito tarantino nella giornata di lunedì, nascevano dalla scadenza dei contratti, fissata per il 28 febbraio, senza alcuna notizia su quelle future e dal fatto che le ditte in questione avessero perso una gara dell’appalto in cui operano. Tra l’altro, gli stessi lavoratori avevano denunciato durante il presidio di essere stati affiancati da altri lavoratori nel terzo di turno di notte, impiegati delle ditte che avevano vinto l’appalto.
Nel pomeriggio di martedì, invece, si era diffusa la notizia secondo cui erano stati firmati i nuovi contratti di fornitura per tutto il 2015. La svolta, secondo le notizie trapelate, era arrivata con l’intervento diretto di Finmeccanica. Le aziende di Ceglie danno lavoro in tutto a trecento persone: 90 si dividono tra il Brindisino e Varese, le altre 210 sono invece legate agli appalti di Alenia. Ora invece apprendiamo, attraverso una denuncia dello Slai cobas “che nella giornata di mercoledì sia dall’azienda, come dai rappresentanti sindacali interni è stato comunicato che nessun documento scritto esiste ancora in merito. I lavoratori della Tecnomessapia srl che avevano creduto che la loro vicenda almeno momentaneamente si fosse risolta hanno protestato, e volevano subito fermarsi di nuovo; ma qui, si sono trovato capi dell’Alenia a minacciarli, anche individualmente che se non lavoravano erano già fuori”.
Dunque, ancora un mistero nelle vicende dell’Alenia, che ultimamente pare essere entrata in un vicolo cieco. Tuttavia, la questione pare essere legata soltanto alla messa nero su bianco delle promesse dell’azienda, che ha garantito la continuità dei lavori sino al prossimo dicembre. Nei giorni scorsi, era intervenuto con decisione sull’argomento Alenia, anche l’assessore regionale al lavoro Leo Caroli, che in merito alla vertenza delle aziende di Ceglie aveva dichiarato che “i mescolatori di torbido che mi risulta abbiano annunciato crisi inesistenti in Alenia e nelle aziende dell’indotto, sappiano che nonostante le loro catastrofiche previsioni, Tecnomessapia è impegnata nel rinnovo dei contratti di lavoro e continua la collaborazione con Alenia. La Regione Puglia è contenta di svolgere un ruolo determinante per la crescita economica del territorio e la serenità delle famiglie”.
“I lavoratori sono molto preoccupati perché senza il rinnovo dell’appalto si troverebbero fuori dai cancelli – denuncia lo Slai Cobas -. Ma chiaramente, al di là se oggi verrà data o meno conferma della proroga per gli operai della Tecnomessapia (la Uil dice di Sì, la Fiom aspetta…), è tutta la situazione dell’appalto Alenia che non va affatto bene. Una situazione di continua fonte di incertezze nell’appalto, di mancato rispetto dei contratti di categoria, di non salvaguardia delle condizioni di lavoro e di sicurezza, con situazioni di 12 ore di lavoro al giorno, massima flessibilità, chiamata al lavoro nei festivi, ecc. Tutte questioni da tempo esistenti negli appalti, ma su cui i sindacati confederali o fanno da pompieri, pacificatori o, peggio, intimidiscono gli operai, col discorso meglio che state zitti se no è peggio. La buona riuscita dei presidi di lunedì e martedì scorso, l’incidenza che hanno avuto verso l’Alenia (che parla di aver perso il 2% della produzione) deve ora spingere a non accettare più questa situazione”. Le vicende dell’indotto Alenia, dunque, restano ancora in alto mare.
Gianmario Leone
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