Porto di Taranto: cosa farà la TCT?
Le problematiche occupazionali del porto di Taranto ed il futuro dello scalo ionico, sono stati i temi affrontati in una riunione svoltasi ieri mattina in Prefettura richiesta dai sindacati e presieduta dal Prefetto di Taranto Umberto Guidato. Nel corso dell’incontro, cui hanno partecipato l’Autorità Portuale, i segretari territoriali di CGIL, CIS e UIL con i referenti delle rispettive categorie dei trasporti, nonché il rappresentante della locale Direzione Territoriale del Lavoro, è stata effettuata una disamina sul futuro occupazionale dei lavoratori della Taranto Cointainer Terminal, che da anni opera nel porto di Taranto per il traffico merci di containers.
I sindacati hanno evidenziato la necessità che, una volta avviata in via definitiva la fase degli investimenti da parte dell’Autorità portuale (con i lavori appaltati per la riqualificazione del Molo Polisettoriale dei dragaggi e la conseguente realizzazione della vasca di colmata), si faccia chiarezza una volta e per tutte sulla volontà della società TCT di impegnarsi a mantenere un minimo di traffici commerciali nello scalo ionico, al fine di salvaguardare anche il comparto dell’indotto, in considerazione dell’incontro che si terrà il prossimo 11 marzo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri alla presenza degli azionisti per verificare i futuri sviluppi degli investimenti nel porto, condizione necessaria anche per il rinnovo della CIGS.
Oltreché sulla possibilità di un rinnovo della Cassa Integrazione straordinaria dei 550 lavoratori di TCT in scadenza il prossimo 28 maggio: eventualità per la quale la società dovrà obbligatoriamente ottemperare all’80% degli investimenti previsti, ammontanti ad un totale di 7 milioni di euro. Per questo motivo i sindacati hanno precisato che l’incontro romano dovrà essere conclusivo e del tutto chiarificatore sulle questioni ancora in piedi. La Prefettura di Taranto si è ovviamente impegnata a rappresentare quanto emerso nell’incontro alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Direzione Territoriale del Lavoro ha dichiarato che approfondirà le questioni giuridiche concernenti la possibilità di attivare gli ammortizzatori sociali che possano garantire i livelli occupazionali attuali. Intanto, per quanto concerne la realizzazione della diga foranea, il cui intervento prevede la realizzazione di un tratto di diga foranea, prevista nel Nuovo Piano regolatore del Porto di Taranto, a protezione del porto fuori rada, il bando europeo non è stato ancora pubblicato.
Il tratto da realizzare ha la funzione di migliorare la protezione dal moto ondoso della darsena polisettoriale e dei relativi accosti. Per i lavori sono stati stanziati 14 milioni di euro (Fondi Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – PON Reti e Mobilità 2007/2013): secondo l’Accordo del 2012 lo scorso autunno sarebbe dovuto essere pubblicato il bando di affido dei lavori. Invece, stando ad alcune indiscrezioni, pare che l’intervento potrebbe essere realizzato dalla TCT e “consegnato” all’Autorità Portuale: il termine dei lavori, supererebbe di alcuni mesi il termine ultimo previsto nell’ultimo crono programma sottoscritto mesi addietro, ovvero giugno 2016. Infine, anche se può sembrare un paradosso a dirsi, l’Autorità Portuale è in attesa che termini il capodanno cinese, per avere risposte da Evergreen sull’eventuale riprese del traffico merci locale. Visto che al momento i container vengono dirottati in quel di Bari. Auguri.
Gianmario Leone