“Il decreto dà l’ennesimo aiuto di Stato ad un’azienda privata e precisamente ai Riva che hanno portato i loro capitali all’estero (7 mld secondo i magistrati) lasciando un carrozzone in perdita per 3 mld – si legge in una nota – le porcate più rilevanti di questo decreto sono la soglia “numerica” dell’80% delle prescrizioni ambientali AIA da attuare entro luglio, vale a dire che “una vale una”, apporre un cartello di pericolo equivale a coprire i parchi minerali. Quindi l’azienda sarà libera di fare una ambientalizzazione di facciata per essere in regola”.
“L’altra porcata è l’impunità amministrativa e penale per tutte le condotte dolose e colpose attuate dal commissario straordinario (e chi lui potrà nominare a sua discrezione) al fine di attuare le prescrizioni ambientali. In barba a tutta la legislazione vigente per le aziende in amministrazione straordinaria. È il primo caso che un amministratore ha una impunità paragonabile, con i dovuti distinguo, al Papa e al re”, concludono.
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