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Etichettatura degli alimenti, M5S: l’Italia non sta al passo

Lo scorso 13 dicembre è divenuto applicabile il Regolamento (UE) 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, teso a garantire, all’interno del mercato unico europeo, l’uniformità delle regole a presidio dell’informazione dei consumatori in relazione agli alimenti. Le nuove disposizioni europee, direttamente applicabili negli Stati membri, in Italia vanno a superare molte delle previsioni di cui al decreto legislativo 109/92, la nostra norma quadro in materia di etichette, oggetto di ripetute revisioni ma mai riordinata a causa di vecchi contrasti tra i dicasteri competenti.

Nonostante il Regolamento europeo sia stato concepito nel 2011, ed entrato in vigore il 13 dicembre scorso – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura, il quale con i colleghi 5 Stelle ha interpellato il Governo Renzi a Montecitorio – l’Italia si è fatta trovare impreparata su più fronti, ed ora bisogna correre ai ripari per evitare multe agli operatori del settore e fare chiarezza sul quadro di incertezza che si è venuto a creare. Abbiamo chiesto al Governo – prosegue L’Abbate (M5S) – come e soprattutto quando intende riallineare la normativa nazionale al suddetto Regolamento europeo. Bisogna stabilire un impianto sanzionatorio da applicare per far fronte alla violazione degli adempimenti e, quindi, fornire agli addetti ai controlli tutti gli strumenti necessari a garantire la corretta applicazione delle disposizioni in esso contenute”.

Sulla questione degli allergeni la norma europea stabilisce l’obbligo di comunicazione dell’eventuale presenza di queste sostanze negli alimenti venduti o somministrati. In alcuni Paesi UE, come Grecia, Olanda, Belgio, Croazia, ma anche Francia, Germania, Gran Bretagna, si è prevista la possibilità, per ristoratori e gestori di pubblici esercizi in genere, di informare verbalmente il cliente sugli allergeni contenuti nelle varie voci del menù, la cosiddetta “informativa orale”. “In Italia – continua Giuseppe L’Abbate (M5S) – attendiamo ancora la norma applicativa e non possiamo far altro che registrare il ritardo del Governo che lascia gli operatori nel caos generale. Infine, sulla questione dello stabilimento di produzione, i ministri Martina (Agricoltura) e Guidi (Sviluppo Economico) continuano a passarsi la palla sottoporta: nessuno sembra volersi prendere la responsabilità di tirarla verso la Commissione europea per chiedere ufficialmente che l’Italia possa mantenere l’obbligo di indicare in etichetta la sede dello stabilimento di produzione alimentare per i prodotti realizzati e commercializzati in Italia. Per ristabilire quest’obbligo – conclude il deputato pugliese 5 Stelle – bisognava inviare apposita notifica alla Commissione europea e, oggi, abbiamo avuto conferma che nessuno ha provveduto. Si continua a fare melina ma, nel frattempo, gli operatori del settore brancolano nel buio”.

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