Il Senato approva il maxi emendamento sull’Ilva
TARANTO – L’Aula del Senato ha approvato con 151 sì e 114 no la fiducia posta dal Governo sul maxi-emendamento sostitutivo del decreto legge sull’Ilva approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 24 dicembre. Il testo ha incorporato tutte le modifiche introdotte dalle commissioni Ambiente e Industria di Palazzo Madama passate al vaglio della commissione Bilancio. Il provvedimento, che passa ora alla Camera, deve essere convertito in legge entro il 6 marzo.
Il principale effetto del decreto è l’accesso dell’Ilva, che ha debiti per quasi 2,9 miliardi di euro, all’amministrazione straordinaria, disposto dal MiSE il 21 gennaio scorso. A cui è legato il comma 2 bis dell’articolo 3, riguardi i crediti pregressi dell’aziende dell’indotto, dell’appalto e dell’autotrasporto, che recita così: “i crediti anteriori all’ammissione alla procedura, vantati da piccole e medie imprese, relativi a prestazioni necessarie al risanamento ambientale, alla sicurezza, alla continuità dell’attività degli impianti produttivi essenziali nonché i crediti anteriori relativi al risanamento ambientale, alla sicurezza e all’attuazione degli interventi in materia di tutela dell’ambiente e della salute previsti dal piano di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 marzo 2014, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 105 dellS maggio 2014, sono prededucibili” (come spighiamo nella pagina accanto). Anche se noi restiamo convinti del fatto che quei crediti non saranno mai saldati.
Per le imprese di autotrasporto e per le piccole imprese, “che vantino crediti nei confronti di Ilva S.p.A. per prestazioni svolte a favore della medesima società prima del deposito della domanda di accertamento dello stato di insolvenza, sono sospesi i termini dei versamenti di tributi erariali che scadono nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto e il 15 settembre 2015; per lo stesso periodo sono sospese le procedure esecutive e cautelari relative ai predetti tributi. La sospensione non si applica alle ritenute che i predetti soggetti, in qualità di sostituti d’imposta, devono continuare ad operare e versare. Sono altresì sospesi i termini relativi ai versamenti derivanti da cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione, ancorché scaduti prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Le somme non versate per effetto della sospensione di cui al presente comma, sono versate in unica soluzione entro il 21 dicembre 2015”. Il che, a naso, ci lascia pensare che in tanti, qualora non riusciranno a riprendersi dalla crisi o non rientreranno nei piani futuri dell’azienda, dichiareranno fallimento poco prima del 21 dicembre.
Inoltre, alfine di consentire di rimodulare il piano di ammortamento dei mutui e dei finanziamenti per le piccole e medie imprese che vantano crediti “verso imprese che gestiscono almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale e che sono ammesse all’amministrazione straordinaria il Ministero dell’economia e delle finanze e il Ministero dello sviluppo economico, entro il termine previsto e previo accordo con l’Associazione bancaria italiana e con le associazioni dei rappresentanti delle imprese dei consumatori, concordano, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, tutte le misure necessarie al fine di sospendere il pagamento della quota capitale delle rate per gli anni dal 2015 al 2017”.
In secondo luogo viene consentito ai commissari dell’Ilva, di accedere ad un finanziamento di 400 milioni di euro, con la garanzia dello Stato. Somma che dovrebbe essere concessa dalla Cassa depositi e prestiti, anche se l’ente finora non ha confermato. Per ottenere il finanziamento, è istituito nello stato di previsione del MiSE un fondo a copertura”, con una dotazione iniziale di 150 milioni di euro per l’anno 2015.
Nel testo approvato si legge che “al fine della realizzazione degli investimenti necessari al risanamento ambientale, nonché di quelli destinati ad interventi a favore di ricerca, sviluppo e innovazione, formazione e occupazione, nel rispetto della normativa dell’Unione europea in materia, è autorizzato a contrarre finanziamenti per un ammontare complessivo fino a 400 milioni di euro, assistiti dalla garanzia dello Stato. Il predetto finanziamento è rimborsato dall’organo commissariale in prededuzione rispetto agli altri debiti. La garanzia dello Stato è a prima richiesta, esplicita, incondizionata e irrevocabile. È istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze un fondo a copertura delle garanzie dello Stato concesse ai sensi della presente disposizione, con una dotazione iniziale di 150 milioni di euro per l’anno 2015. E’ autorizzata, allo scopo, l’istituzione di una apposita contabilità speciale su cui confluiscono le predette risorse. Al relativo onere, pari a 150 milioni per l’anno 2015, si provvede mediante corrispondente utilizzo delle disponibilità in conto residui relative all’autorizzazione di spesa. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, anche in conto residui, le occorrenti variazioni di bilancio”.
Sempre in tema di risorse, è stato approvato il trasferimento definitivo di 156 milioni di euro da Fintecna – società controllata dalla Cdp – all’Ilva per chiudere un contenzioso che risale al passaggio dell’azienda dallo Stato, l’Iri, al gruppo Riva avvenuto nel ’95. Risorse vincolate alle future bonifiche, che adesso potranno essere usate come dotazione economica per la new.co che andrà a nascere nelle prossime settimane e prevista dal decreto Investment compact: una società a partecipazione pubblica che dovrebbe prendere in affitto gli impianti e riportarli alla redditività in massimo 10 anni. Operazione sulla quale ci sono però ancora molti dubbi. Questo quanto scritto al comma 5 dell’articolo 1: “La liquidazione è determinata nell’importo di 156.000.000 di euro, ha carattere definitivo, non è soggetta ad azione revocatoria e preclude ogni azione concernente il danno ambientale generatosi, relativamente agli stabilimenti produttivi ceduti dall’IRI in sede di privatizzazione della ILVA Laminati Piani (oggi ILVA S.p.A.), antecedentemente al 16 marzo 1995”.
Il testo stabilisce poi che i commissari sono autorizzati a chiedere, per finanziare il piano di risanamento ambientale, il trasferimento delle somme sequestrate ai Riva nell’inchiesta della Procura di Milano per truffa ai danni dello Stato. Si tratta di 1,2 miliardi di euro, più altri 700 milioni di euro individuati in diversi paradisi fiscali. I commissari possono chiedere al giudice di “disporre l’impiego delle somme sequestrate per la sottoscrizione di obbligazioni emesse dalla società in amministrazione straordinaria”. Un’operazione ancora oggi molto dubbia, visto che i legali dei Riva hanno già annunciato ricorso, e che potrebbe non soddisfare le autorità svizzere, visto che tranne 164 milioni di euro che si trovano in Italia, il resto del tesoro dei Riva è situato nelle casse delle banche svizzere Ubs e Aletti del gruppo Banco Popolare. Le autorità elvetiche infatti, sembrano orientate a concedere il via libera dei capitali soltanto a fronte di una prima sentenza definitiva nel processo milanese appena iniziato.
Restiamo dunque profondamente convinti, come lo siamo sempre stati del resto su questa ed altre vicende, che su queste somme lo Stato rischia seriamente di andare a risarcire i Riva in un prossimo futuro. La legge autorizza inoltre la sospensione dei versamenti erariali da parte di imprese di autotrasporto e piccole imprese creditrici dell’Ilva, nonché l’utilizzo del Fondi garanzia – fino a un importo di 35 milioni – per aiutarle nell’accesso al credito.
Infine, il piano di risanamento ambientale si intenderà attuato se entro il 31 luglio 2015, sarà stato realizzato l’80% delle prescrizioni. Con la Regione Puglia autorizzata a potenziare il settore di oncologia pediatrica nella provincia di Taranto per un importo pari a 5 milioni di euro: “nei limiti di spesa di 0,5 milioni di euro per l’anno 2015 e di 4,5 milioni per l’anno 2016. Ai maggiori oneri di cui al comma 6-bis, pari a 0,5 milioni di euro per l’anno 2015 e a 4,5 milioni di euro per l’anno 2016, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2015- 2017, nell’ambito del programma “Fondi di riserva e speciali” della missione “Fondi da ripartire” dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2015, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio”.
Confermati i 10 milioni di euro per la vicenda ex Cemerad: “Ai fini della messa in sicurezza e gestione dei rifiuti radioattivi in deposito nell’area ex Cemerad ricadente nel Comune di Statte, in provincia di Taranto, sono destinati fino a dieci milioni di euro a valere sulle risorse disponibili sulla contabilità speciale. Qualora si determinino nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, ai medesimi si fa fronte mediante una riduzione di pari importo delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, per il periodo di programmazione 2014-2020. A tal fine, il CIPE, con propria delibera, individua le risorse disponibili sulla programmazione 2014-2020, eventualmente riprogrammando le assegnazioni che non abbiano dato luogo a obblighi giuridicamente vincolanti”. Nei prossimi giorni, approfondiremo i vari aspetti del maxi emendamento. Pur consapevoli che la strada di non ritorno per l’Ilva è stata intrapresa tanti anni fa. E che questa città ha perso negli anni più di un’occasione per riscrivere di proprio pugno la sua Storia. Lasciando che la scrivessero, ancora una volta, gli altri. Buon weekend.
Gianmario Leone