Porto di Taranto, i “Liberi e pensanti” chiedono la sospensione di un bando
L’Autorità Portuale è alla verifica di congruità per l’affidamento dell’appalto per la realizzazione del Centro Servizi Polivalente per usi portuali al Molo San Cataldo del Porto di Taranto. Il crono programma dell’Ente prevede l’avvio dei lavori LUG/AGO 2015 per terminare MAG/GIU 2017. Contestualmente è stato pubblicato un’altro bando: “Avviso pubblico per l’affidamento in concessione del servizio di supporto ai passeggeri da svolgersi nel porto di Taranto” (Riferimento bando di gara consultabile sul sito dell’Autorità Portuale – CIG: Z7A13051A2). Con riferimento proprio a questo bando, abbiamo notato un punto in particolare, il 5.2 che recita:
“5.2.Requisiti di capacità tecnico-professionale:
Possono partecipare alla procedura e presentare la relativa offerta coloro che siano/siano stati gestori per almeno tre anni negli ultimi cinque anni (dalla data di pubblicazione dell’avviso pubblico) di un terminal dedicato, quantomeno in via prevalente, al traffico crocieristico o al traffico aeroportuale. Le imprese partecipanti devono dichiarare la disponibilità/impegno ad avere/aprire una sede operativa nella Provincia di Taranto, per le attività concernenti la concessione e per tutta la durata della medesima (ivi compreso l’eventuale periodo di proroga).”
E’ vero e ne siamo consci che spesso le aziende che prestano servizi di gestione dei terminal passeggeri hanno, di fatto, la stessa funzione dei terminalisti container come, ad esempio, Hutchinson al Molo Polisettoriale che, in economia di scala, offrono agli armatori un servizio completo e in più porti. Pertanto, in attesa che l’infrastruttura venga realizzata, l’Ente ha emesso un bando (della durata di 3 anni, prorogabile di sei mesi) che ha lo scopo di attrarre i player del mercato crociere in questa fase di start up, chiarendo lo storico dei volumi di traffico ( come da capitolato allegato al bando nel 2011: 6 approdi 605 passeggeri; nel 2012: 5 approdi 315 passeggeri; nel 2013: 2 approdi 446 passeggeri), pochi in realtà, e le professionalità che verranno impiegate dal concessionario, nonché l’attività turistica e di marketing che si andranno ad interfacciare.
A Taranto, non c’è, probabilmente, nessuna organizzazione in grado di attrarre armatori del comparto crociere. Probabilmente dal 2018 potrebbe essere diverso, in considerazione di un eventuale cambiamento del waterfront che riguarderà la città, dalla dismissione della MM della Rampa Leonardo da Vinci fino alla Calata uno/primo Sporgente che non sarà più porto mercantile, bensì città di Taranto, di pertinenza Autorità Portuale (vedi ad esempio Barcellona). Tutto ciò premesso, siamo convinti che non si può parlare di turismo se l’Autorità portuale non pretende il rispetto delle concessioni portuali in materia ambientale finanche a revocarle a quei Concessionari che hanno, non solo inquinato e distrutto il porto di Taranto ma anche e soprattutto impedito ogni possibilità di sviluppo di comparti alternativi, quali il turismo.
Ancora oggi ci chiediamo il perché questo non sia stato preteso così come la Legge prevede. E’ fondamentale, invece, realizzare un pacchetto turistico in/out importante. Fare rete e far emergere le peculiarità del territorio. Evidenziamo che ancora una volta, purtroppo, la Città non è stata coinvolta in questa scelta strategica epocale, nemmeno e soprattutto con l’inserimento nel bando in oggetto di clausole sociali che consentano di partecipare a coloro che si sono prodigati in questi anni per dare un impulso turistico alla città.
Sarebbe opportuno, infatti, far presente con estrema risolutezza, la presenza di spiccate professionalità locali nell’ambito turistico/ catering / culturale/ che possono dare impulso e valore aggiunto al bando. Progetti che in passato sono rimasti sulla carta a causa della scarsa attrattività della Città per le note problematiche ambientali e della sua posizione “fuori rotta” rispetto le principali direttrici. Riteniamo che ad oggiAggiungi un appuntamento per oggi nel nostro territorio non ci siano realtà che possano rispondere soprattutto al punto 5.2 del bando in scadenza il 23 febbraio p.v.
Questo precluderebbe, di fatto, soprattutto in futuro, la possibilità ai nostri operatori di Taranto e Provincia, di partecipare a bandi analoghi semplicemente per il fatto di essere stati impossibilitati a maturare quell’esperienza richiesta dall’Autorità Portuale, mentre consentirebbe alle aziende che arrivano da fuori città di aprire una sede operativa nel nostro territorio e portare i capitali maturati fuori Taranto. Di fatto si continuano a sostenere le scelte che hanno affossato il nostro territorio e la nostra economia a vantaggio di pochi e mai prendendo in considerazione la collettività: i tarantini, i cittadini.
Questo Comitato è e sarà attento a quanto accade nella città di Taranto a 360° e non esiterà ad evidenziare a tutti che la cittadinanza attiva deve essere chiamata a dire la propria opinione nelle scelte future che riguardano questo territorio attraverso la partecipazione e la condivisione. Chiediamo pertanto che l’Autorità Portuale di Taranto sospenda il bando in oggetto e lo riveda tenendo conto delle nostre richieste e di quegli operatori tarantini cui occorre dare una possibilità per entrare attivamente nel Porto di Taranto e contribuirne alla crescita nel comparto turistico.
Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti