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Ilva, Senato: al via il voto sul decreto

TARANTO –  È in corso a palazzo Madama la seduta dedicata al decreto sull’Ilva, sul quale ieri il governo ha posto la fiducia. In aula si è conclusa la discussione generale e sono appena terminate le dichiarazioni di voto. Si sta procedendo alla chiama per la votazione. L’esito è previsto attorno alle 14.

Tra gli interventi più duri registriamo quello di Paola Nugnes, capogruppo del M5s in commissione Ambiente:  «Sull’Ilva ci troviamo, dopo tre anni e sette decreti – senza un progetto globale e senza un quadro economico industriale di riferimento. Non c’è questo piano, eppure si decide di salvaguardare il processo industriale in gravissima crisi, con un disavanzo finanziario che è quasi 3 miliardi, con richieste risarcitorie di diverse decine di miliardi e con problemi ambientali decennali. Problemi che, a detta della magistratura, ammontano ad un valore di 7,8 miliardi di risorse non spese dei Riva dal 1990 ad oggi, ovvero di mancate opere di manutenzione e ammodernamento – prosegue la senatrice grillina – si tratta di tutti soldi che sono ricaduti sulle spalle del territorio e sulla salute dei cittadini, ma anche su un altro tipo di sviluppo che sarebbe stato possibile e su altre economie che sono state negate. Al netto di tutte queste osservazioni emerge che i primi ad essere salvaguardati da questo decreto non sono altro gli istituti bancari con i loro crediti».

LA CRONACA DI QUANTO ACCADUTO IERI

Nel pomeriggio di ieri, dopo il via libera dalle commissioni Industria e Territorio, l’Aula del Senato, dopo aver ascoltato le relazioni di Albert Laniece (Aut) e Salvatore Tomaselli (Pd), ha discusso e respinto le questioni pregiudiziali poste dall’opposizione, per dare il via alla discussione generale sul provvedimento che, dopo l’esame del Senato, dovrà passare quello della Camera ed essere approvato entro il prossimo 6 marzo.

Il provvedimento ha creato i presupposti perché l’Ilva possa ottenere circa 1,8 miliardi di euro ai quali vanno a sommarsi i 260 milioni di riapertura delle linee di credito decise nei giorni scorsi da Intesa Sanpaolo e Unicredit. “Abbiamo lavorato a un testo che affronta un argomento importante per il nostro Paese e cioè coniugare il diritto al lavoro, il diritto alla salute ed il diritto a vivere in un ambiente più pulito” ha detto il relatore Albert Laniece, mentre il relatore Salvatore Tomaselli ha sottolineato che, grazie ai cospicui fondi che potranno arrivare nelle casse Ilva, “ora è possibile garantire la continuità produttiva e occupazionale e il processo di risanamento ambientale”.

Nel dettaglio le Commissioni hanno dato via libera alle misure che aprono alla possibilità di finanziamenti all’Ilva con garanzia dello Stato da parte di Cassa Depositi e Prestiti fino a 400 milioni di euro (a copertura della quale vengono stanziati 150 milioni). Limata anche con un emendamento la norma per sbloccare i 156 milioni di euro dal contenzioso Fintecna. Corretta la norma per sbloccare il miliardo e 200 milioni di euro sequestrati ai Riva con la clausola di salvaguardia richiesta dalla commissione Bilancio.

Sul fronte delle misure a sostegno dell’indotto, è stato chiarito che la prededucibilità dei crediti con l’Ilva anteriori all’ammissione in amministrazione straordinaria riguarderà le Pmi (come definite dalla raccomandazione Ue del 2003) che hanno effettuato prestazioni “necessarie al risanamento ambientale, alla sicurezza, alla continuità dell’attività degli impianti produttivi essenziali nonché all’attuazione del Piano Ambientale”. Si allarga dunque il bacino delle imprese dell’indotto di Taranto che godranno una maggiore garanzia sul pagamenti dei propri crediti.

Votato anche l’emendamento a sostegno dell’autotrasporto e delle piccole imprese che prevede lo stop fino al 20 dicembre 2015 ai pagamenti dovuti per cartelle esattoriali. Sospesi anche i versamenti dovuti per pagamenti erariali (Iva, Irpef, Irap ecc..) che scadono nel periodo compreso fra la data di entrata in vigore della legge salva Ilva e il 15 dicembre 2015. Per lo stesso periodo sono sospese le procedure esecutive e cautelari relative a questi tributi. Sul fronte mutui e finanziamenti si punta, previo accordo con l’Abi, alla sospensione del pagamento della quota capitale delle rate per gli anni dal 2015 al 2017. E la liquidazione totale dei crediti maturati dopo il 21 gennaio (ingresso dell’Ilva in amministrazione straordinaria).

Sale a 35 milioni il fondo di garanzia a sostegno delle Pmi dell’indotto e del territorio di Taranto. E vengono portati a 10 milioni di euro i fondi per la messa in sicurezza e gestione dei rifiuti radioattivi in deposito nell’area ex Cemerad ricadente nel Comune di Statte in provincia di Taranto. Il decreto, modificato dalle Commissioni, recepisce le modifiche sulle prescrizioni Aia con la definizione che la percentuale dell’80% delle prescrizioni sono da attuare entro luglio riguarda il loro ‘numero’ (misura criticata da M5S e difesa dalla maggioranza) mentre resta ferma la data di agosto 2016 per il loro completamento. Approvato infine l’emendamento del governo sull’uso del Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie per pagare tempestivamente le sanzioni derivanti da infrazioni comunitarie commesse dall’Italia. Queste risorse saranno destinate per lo più al risanamento ambientale oltre che a garantire la prosecuzione dell’attività dell’azienda.

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