L’Ilva, i soldi di carta e i crediti perduti – E la commissione Bilancio boccia emendamento su Fintecna

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palazzo chigi_2TARANTO – Non vorremmo risultare i soliti “guastafeste” o bastian contrari. Ma ancora una volta siamo costretti ad evidenziare come si continui a giocare ad una sorta di grande “Monopoli” dove i soldi, al momento, sono di carta. Si dà, infatti, per scontato che tutti gli emendamenti saranno approvati (quando la commissione Bilancio ha già bocciato quello sui fondi della Fintecna), quando il rischio concreto è che non ne passi neppure uno. Non è un caso se da giorni il governo stia pensando di porre la fiducia al Senato sul decreto Ilva. Inoltre, evidenziamo ancora una volta che i crediti pregressi non saranno saldati. Perché se non ci sono oggi, a meno di miracoli, non ci saranno domani. E’ lo stesso procedimento dei risarcimenti civili che non ci saranno mai. Il tutto è finito nel calderone del tribunale fallimentare. Tutto questo, chi deve saperlo lo sa fin troppo bene. Ma è meglio far finta di niente, vero?

Gianmario Leone

IL GOVERNO PROMETTE 2 MILIARDI DI EURO

Sarebbe di oltre 2 miliardi la dote sulla quale potrà contare la nuova Ilva non appena sarà approvato il decreto. È quanto è emerso, secondo quanto si apprende, dalla riunione di Palazzo Chigi di ieri a Roma sull’Ilva. Più nel dettaglio, dopo i 200 milioni di Intesa Sanpaolo, anche Unicredit è pronta a riaprire le sue linee di credito per un ammontare 60 milioni di euro. A questi si aggiungeranno i 156 milioni di Fintecna, i 400 milioni di finanziamenti garantiti dallo Stato da parte di Cassa Depositi Prestiti e il miliardo e 200 milioni che saranno sbloccati dai giudici svizzeri grazie all’emendamento Mucchetti che ha recepito i suggerimenti del procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco.

A quanto è trapelato ieri, Cassa depositi Prestiti potrà finanziare l’Ilva Spa in amministrazione straordinaria. Il finanziamento sarà assistito dalla garanzia dello Stato. Il via libera al finanziamento sarà reso possibile grazie a uno degli emendamenti del Governo al decreto Ilva depositato l’altro ieri al Senato ma che, come tutti gli altri, deve ancora essere votato. Il voto è previsto per martedì. Nello specifico l’emendamento autorizza i commissari dell’Ilva a “stipulare finanziamenti per un ammontare complessivo fino a 400 milioni di euro, assistiti dalla garanzia dello Stato. (…) La garanzia dello Stato è a prima richiesta, esplicita, incondizionata e irrevocabile”. L’emendamento prevede, per questo finanziamento, l’istituzione al Mef di un fondo a copertura delle garanzie dello Stato “con una dotazione iniziale di 150 milioni di euro per l’anno 2015”.

Intanto però, proprio ieri è arrivato il disco rosso della commissione Bilancio del Senato all’emendamento dei relatori che modifica il Dl Ilva per consentire la chiusura del contenzioso Fintecna e l’arrivo di 156 milioni all’Ilva. Il parere negativo è stato espresso su indicazione del relatore, Claudio Broglia (Pd) sulla base dell’articolo 81 della Costituzione, secondo quanto emerge dal resoconto della seduta. Il presidente della Commissione, Antonio Azzollini (Ap), aveva in precedenza rilevato che non era possibile esprimere un parere non ostativo in assenza di una relazione tecnica. Il relatore ricorda che se il Governo presenterà la relazione tecnica ci sarà la possibilità di votare la misura durante l’esame in Commissione o anche in Aula. La commissione tornerà a riunirsi martedì prossimo per concludere l’esame dei pareri sugli emendamenti.

L’azienda, avendo grande liquidità nelle prossime settimane, sarà in grado di pagare immediatamente i fornitori. Aspettiamo le due settimane che ci separano dalla conversione del decreto, dieci giorni” e l’Ilva “non avrà problemi di liquidità e per tutto il territorio sarà molto importante”. Lo ha assicurato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, parlando delle riunioni sul Dl Ilva che si sono tenute ieri a palazzo Chigi. Inoltre, ha aggiunto Delrio, “stiamo studiando insieme al Parlamento una situazione in cui tutto il tema delle fatture scadute non diventi un problema per le banche” scongiurando che gli istituti siano dissuasi dall’erogare nuovi crediti. “Ancora una volta – ha sottolineato il sottosegretario – si agisce sulla liquidità di queste aziende” dell’indotto, che “hanno il problema, giustamente, che le banche non chiudano i rubinetti, questo è il punto”. Ad ogni modo, ha rassicurato Delrio, “il lavoro ci sarà. E sarà tanto per tutte le aziende: si tratta di resistere queste due settimane. Crediamo ci siano gli elementi per farlo e noi le aiuteremo a resistere”. Quanto a possibili nuovi vertici a palazzo Chigi, “per adesso queste risposte permetteranno di affrontare un po’ delle criticità illustrate. Se c’é la possibilità di nuovi incontri li faremo ma in questo momento ormai la vera risposta sono gli emendamenti del Parlamento concordati col Governo, risposte che includono fatture, prededucibilità e liquidità immediata alle aziende”.

Con il passaggio dell’Ilva attraverso la legge Marzano in Amministrazione Straordinaria “siamo oggi in grado di assicurare il pagamento delle attività correnti e questo aiuta i fornitori ad avere fiato. Poi via via saranno soddisfatti nell’arco dell’amministrazione straordinaria i crediti pregressi”. Così il viceministro allo sviluppo economico Claudio De Vincenti sulla riunione di ieri a Palazzo Chigi. “Per i debiti pregressi – ha spiegato De Vincenti – il decreto Ilva e gli emendamenti (presentati da Governo e relatori) prevedono una serie di misure che aiuteranno i fornitori” ad essere ristorati “in misura accettabile. Penso per esempio – ha proseguito – sia alle norme già previste dal decreto legge su creditori strategici sia all’emendamento che è stato presentato e che puntiamo a far approvare entro martedì che riguarda la prededucibilità dei crediti vantati dai creditori che in particolare hanno effettuato lavori per il risanamento ambientale. Stiamo parlando di una parte molto ampia dei fornitori”. De Vincenti ha anche confermato che “l’80% delle prescrizioni Aia devono essere assolte entro il 31 luglio 2015 ed entro il 4 agosto 2016 dovranno essere ultimate tutte le prescrizioni Aia”.

L’incontro è andato bene: c’é l’impegno formale, l’impegno vero del Governo e delle altre istituzioni a chiudere tutto entro il 5 marzo ampliando le risposte e tenendo presente le pmi”. Così il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi sull’Ilva. “E’ aumentato il finanziamento – ha sottolineato Stefàno – non è mai stato così grande. Il Governo lavora per accelerare i tempi”. Le risorse che dovranno alimentare gli arretrati dei creditori e far funzionare lo stabilimento di Taranto, ha spiegato Stefàno, dovrebbero includere “1,2 miliardi sequestrati dal Tribunale di Milano, 150 milioni da Fintecna e 260 milioni dal prestito ponte con l’impegno delle banche a garantire i pagamenti”. Stefàno ha spiegato che sono allo studio “soluzioni anche per gli autotrasportatori che hanno avuto il riconoscimento dei servizi essenziali”. Le fatture non pagate delle aziende dell’indotto “rientreranno nel pacchetto dei rimborsi. Prevista anche la sospensione del pagamento Iva per sei mesi, a partire dall’autotrasporto. Siamo molto soddisfatti di questo incontro perché testimonia l’attenzione vera da parte del Governo nei confronti di lavoratori e aziende”.

Abbiamo avuto rassicurazioni che si sta lavorando agli emendamenti, sono stati fatti passi avanti per includere nel provvedimento anche le pmi che hanno assicurato finora la vita dello stabilimento. Siamo fiduciosi che nel breve tempo si possa arrivare a una soluzione”. Lo ha detto il presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi sull’Ilva. “Sono allo studio una serie di interventi a favore degli autotrasportatori – ha aggiunto Cesareo – come ad esempio la sospensione del pagamento dei tributi, in particolare dell’Iva. Si lavora anche a una moratoria del pagamento delle fatture da negoziare con le banche. Il Governo ci ha assicurato che è in arrivo liquidità per i pagamenti”.

 

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