Intanto, pare che il Governo stia valutando la possibilità di porre la questione di fiducia sull’approvazione del decreto legge sull’Ilva mercoledì prossimo in Senato. Dopo l’esame di Palazzo Madama, il provvedimento dovrà passare il vaglio della Camera e deve essere convertito in legge entro il 6 marzo. Le commissioni Industria e Ambiente hanno iniziato l’esame del provvedimento a metà gennaio con un ciclo di audizioni. I tempi di esame si sono allungati anche in attesa della definizione delle proposte di modifica da parte del Governo e dei relatori e il disco verde delle due Commissioni dovrebbe arrivare martedì prossimo.
Durante la riunione di ieri sera delle commissioni Industria e Ambiente del Senato, è stato formalizzato l’emendamento che dovrebbe assicurare una garanzia dello Stato per consentire all’Ilva di attivare finanziamenti destinati al sostegno agli investimenti. Si prospettano tempi più lunghi invece, per la proposta sull’autotrasporto. La garanzia dovrebbe essere di circa 150 milioni per poter attivare un finanziamento di 400 milioni. Il Governo ha inoltre presentato ieri sera tre emendamenti al decreto Ilva durante la seduta delle commissioni riunite di Industria e Ambiente appena iniziata. “Sono tre emendamenti del Governo che rafforzano il piano ambientale potenziandone il finanziamento” ha detto il viceministro Claudio De Vincenti. Gli emendamenti prevedono inoltre una garanzia per i fini ambientali sull’utilizzo dei fondi sequestrati a Riva e attualmente ancora in Svizzera.
Le Commissioni hanno iniziato già ieri sera a votare alcuni emendamenti dei 300 presentati sul provvedimento. E’ prevista una riunione anche questa mattina, quando pure la commissione Bilancio si riunirà per concludere i pareri sulle proposte di modifica. La votazione nelle commissioni Industria e Ambiente si concluderà comunque martedì prossimo. Il decreto sull’Ilva deve arrivare nell’Aula del Senato mercoledì prossimo 18 febbraio. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama svoltasi sempre ieri sera.
Intanto quest’oggi sarà pagato regolarmente lo stipendio ai dipendenti diretti dell’Ilva attraverso due bonifici e due cedolini paga: per la parte relativa alla gestione commissariale (dal 1 al 20 gennaio) e per quella iniziata il 21 gennaio con l’immissione dell’acciaieria in amministrazione straordinaria (dal 21 al 31 gennaio). Ciò è stato possibile grazie all’ok che i tre commissari dell’Ilva hanno ottenuto dal tribunale fallimentare di Milano. I contratti vigenti continuano normalmente nella loro applicazione e ai lavoratori spetta il credito congelato, detto passivo che traguarda sino alla data del 20 gennaio 2015. I crediti passivi e congelati sono il Tfr maturato sino al 20 gennaio, le ferie maturate e non godute, i ratei di tredicesima, premi di produzione e di risultato ottobre, novembre e dicembre 2014.
L’azienda procederà nei prossimi giorni all’invio della comunicazione ad ogni dipendente, indicando modalità operative con lista crediti passivi da rivendicare presso il tribunale fallimentare di Milano. L’invio del documento, che certifica i crediti spettanti, dovrà avvenire entro il 30 maggio 2015, attraverso solo posta certificata (PEC). La procedura dell’invio documento non necessita della consulenza legale: i lavoratori saranno seguiti dai sindacati metalmeccanici in una procedura complicata e da non sbagliare. Il giudice con udienza prevista per il 29 giugno 2015, definirà il debito passivo, decidendo l’eventuale data inerente accredito. Per coloro che si trovano in presenza di cessioni del quinto, contenziosi e finanziarie, il tutto prosegue normalmente.
Infine, sempre ieri il Banco Popolare ha effettuato rettifiche per 140,3 milioni nel quarto trimestre relative all’esposizione nei confronti dell’Ilva e in generale del gruppo Riva. Lo ha sottolineato l’a.d. Pier Francesco Saviotti nel corso della conference call di presentazione dei conti del 2014. Analizzando nel dettaglio i 2,5 miliardi di rettifiche effettuate nel trimestre, Saviotti ha spiegato che 1,3 miliardi (e 1,56 nell’intero 2014) derivano dal “recepimento delle risultanze dell’aqr” (Asset Quality Review, ovvero la revisione della qualità degli attivi promossa dalla Bce in vista degli stress test è un controllo generale della Banca centrale europea in coordinazione con le banche centrali nazionali per che punta a verificare la solidità delle maggiori istituzioni bancarie d’Europa) e 640 milioni sono la componente ordinaria dovuta alla normale attività di credito, mentre 230 milioni sono connesse “a classificazioni tra i crediti deteriorati” di cui il 61% è rappresentato da Ilva e gruppo Riva. Gli ultimi 330 milioni sono rettifiche effettuate su un portafoglio di sofferenze chirografe (il credito chirografario, nel codice civile italiano, è quel tipo di credito che non è assistito da alcun tipo di garanzia reale, pegno e ipoteca, o personale, fideiussione e anticresi) per un importo unitario fino a 250mila euro, di cui “il Cda ha accetta la proposta di liberarsi attraverso la vendita in blocco o in più tranche”.
Gianmario Leone
Questa truffa sta dilagando in tutta Italia, e questa volta la storia si ripete nel…
Risparmiare sulla bolletta dell’energia elettrica non è mai stato così semplice: bastano solo sei mosse…
Ansia e stress sono nemici prediletti del corpo; ne soffriamo tutti in maniera differente, ma…
Il tostapane è uno di quegli elettrodomestici che, senza ombra di dubbio, ci mette più…
Dato che il Natale si avvicina sempre di più, è il momento di rimboccarsi le…
Le polpettine alla Nutella sono il dessert più buono che potrai mangiare in questo periodo…