«Continua il lavoro svolto da Casartigiani, in condivisione con le altre associazioni dell’autotrasporto per la drammatica vicenda che riguarda gli autotrasportatori dell’indotto Ilva. Condividiamo e sosteniamo la manifestazione odierna che si è tenuta presso il Municipio di Taranto, rileviamo che tale manifestazione come preannunciato nei nostri comunicati era prevedibile, viste le mancate risposte del Governo sui crediti vantati da queste aziende». E’ quanto si legge in una nota diffusa da Casartigiani Taranto che riportiamo integralmente.
Il gesto di questa mattina è l’ultimo grido di dolore di questi imprenditori padri di famiglia, una questione sociale ormai giunta all’epilogo finale. Non possiamo permettere di calpestare i diritti fondamentali di queste persone che hanno sempre lavorato senza mai chiedere niente, con sacrifici hanno fatto investimenti, per costruire le proprie imprese, ed ora sono state messe in stato di fallire, per il mancato pagamento dei loro corrispettivi da parte dello Stato.
Riteniamo inoltre che questo clima di odio e divisione tra cittadini della stessa città non porti al riscatto e alla rinascita della nostra città, ma solo al depauperamento socio economico e culturale della stessa. Crediamo fermamente che sostenere la causa di queste imprese di autotrasporto e di tutte le imprese dell’indotto possa garantire il rientro di risorse finanziare pari a 150 milioni di euro che di certo fortificano il tessuto economico della nostra provincia, risorse necessarie in primo luogo ad evitare il fallimento di queste imprese, ma anche risorse che vengono rinvestite nel territorio nei consumi essenziali primari, che portano ricchezza.
Sicuri nella sensibilità dei cittadini tarantini a nome degli autotrasportatori di Taranto da noi rappresentati chiediamo il coinvolgimento e la vicinanza di tutte le istituzioni, delle parti sociali, e di tutti i movimenti cittadini per il bene della nostra città che tutti amiamo e che in futuro vorremmo migliorare per garantire il sostentamento di ogni singolo individuo anche con economi alternative che ad oggi scarseggiano, per fare questo però ora abbiamo bisogno che la città conquisti quelle risorse dovute a tutte le imprese dell’indotto”.
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