Moria di gabbiani a Massafra, Conversano (Asl) esclude cause ambientali – Baccaro: “Tamburrano chiarisca”
TARANTO – «La ricerca di pesticidi e contaminanti ha dato esito negativo. Quindi è da escludere che la morte dei gabbiani sia dovuta a cause ambientali. E’ possibile che sia legata alla presenza in zona di un elettrodotto». Il dottor Michele Conversano, direttore del Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto, raggiunto da InchiostroVerde, commenta così il caso relativo alla morte di una decina di gabbiani, ritrovati a Massafra, sulla statale Appia, nei pressi della zona industriale, l’8 gennaio scorso.
Una vicenda che ha scatenato un duro botta e risposta tra il sindaco di Massafra Martino Tamburrano, scagliatosi contro la “politica dell’allarmismo” e il consigliere comunale di Sel Maurizio Baccaro. Facendo riferimento agli esiti degli esami effettuati sui gabbiani, Tamburrano aveva scritto in un comunicato stampa del 6 febbraio scorso: «In sostanza, come si evince chiaramente dai referti del Dipartimento di prevenzione del Servizio Veterinario della ASL di Taranto, la moria può essere stata causata dalla presenza di un elettrodotto che sorvola la zona in cui sono stati rinvenuti i gabbiani morti. La politica del sospetto, messa in campo artatamente da chi non sa far altro che arrampicarsi su specchi creando allarmismo tra la popolazione solo per il forte rumore provocato dalle proprie unghie che non riescono ad aggrapparsi ad altro se non alla falsità, si scioglie come neve al sole».
Baccaro replica così: «Ma quale allarmismo? Non è mia volontà attribuire la morte dei gabbiani per forza a cause ambientali. Chiedo solo di fare chiarezza sul perché si sia verificata questa moria. La comunità ha il diritto di sapere se ci sono rischi sanitari sul territorio, dovuti eventualmente anche ad altro: ad esempio, una patologia infettiva». Dopo aver ricevuto la segnalazione del ritrovamento dei gabbiani da parte di alcuni cittadini, un mese fa, Baccaro aveva segnalato l’accaduto ad Arpa Puglia e all’ufficio di Gabinetto del sindaco. In seguito era stata allertata la Asl. E su questo dettaglio, Baccaro segnala la prima anomalia: «Gli animali sono stati prelevati dopo oltre 24 ore. Perché non lo si è fatto prima?».
Anche in merito agli esami effettuati presso l’Istituto Zooprofilattico di Foggia, l’esponente di Sel pone dei quesiti: «Quanti gabbiani sono arrivati in laboratorio? E in quali condizioni erano le carcasse?». Nei giorni scorsi, Baccaro ha presentato un’interpellanza al sindaco per fare luce sulla vicenda. «Tamburrano parla dei referti. E’ giusto che gli esiti siano portati alla conoscenza di tutti. Per domani è convocata la conferenza dei capigruppo – continua Baccaro – chiederò una convocazione urgente del Consiglio Comunale per avere tutti i chiarimenti dal sindaco».
Baccaro chiede di divulgare il testo completo del verbale per sciogliere anche un altro nodo: «Nella comunicazione fatta dal sindaco si legge che “la moria può essere stata causata dalla presenza di un elettrodotto che sorvola la zona in cui sono stati rinvenuti i gabbiani morti”. Questo significa che probabilmente non è stato possibile appurare con certezza la causa del decesso e noi vorremmo conoscere i motivi di questa mancata certezza. Quali sono le cause che hanno impedito all’Istituto Zooprofilattico di Foggia di giungere a conclusioni certe? L’allarme in città è quello causato da un metodo amministrativo con il quale il sindaco non ha nemmeno comunicato al Consiglio Comunale e ai cittadini che vi erano procedure di VIA in corso per valutare l’impatto ambientale di ulteriori impianti inquinanti. Infatti, mentre a seguito dei monitoraggi di ASL e ARPA veniva vietato il pascolo nel territorio, il Comune di Massafra dava pareri favorevoli, l’uno dietro l’altro, al raddoppio dell’inceneritore, all’inceneritore di fanghi e all’impianto di depurazione fanghi con scarico finale nel fiume “Patemisco”».
Il confine tra allarmismo e legittima preoccupazione può risultare estremamente labile. Soprattutto se il caso dei gabbiani si verifica nello stesso territorio che una settimana fa ha assistito all’ennesima mattanza. A causa del bio-accumulo di diossina e Pcb (policlorobifenili) nel latte vaccino con livelli superiori al consentito, sono stati abbattuti 64 bovini dell’allevamento di Giuseppe Chiarelli, situato in contrada Orofino, sempre a Massafra. L’allevamento era sotto vincolo sanitario dal settembre del 2013. Sulle cause della contaminazione si attendono ancora parole chiare e inequivocabili. Intanto, la Asl fa sapere che gli accertamenti sono ancora in corso. E anche su questa vicenda torneremo presto.
Alessandra Congedo