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“Mettiamoci le mani”, il Comune nega un futuro ai giovani di Taranto

Sta per sfumare la possibilità di partecipare al bando della regione Puglia “Mettici le mani”, con il quale chiedevamo, dopo anni di occasioni perse e abbandono, di dare nuova linfa e nuova vita al Laboratorio Urbano in città vecchia, “Cantiere Maggese”, nato qualche anno fa, nell’ambito del programma regionale “Bollenti Spiriti” che incentiva le politiche giovanili.  L’amministrazione comunale continua a non darci risposte, mettendoci nella condizione di rinunciare all’iter di partecipazione al bando e all’ennesima opportunità per la città.

 Il Bando “Mettici le Mani” fa parte del nuovo “Piano Bollenti Spiriti 2014-2015 -Tutti i giovani sono una risorsa”. Si tratta di una strategia per riattivare, potenziare e mettere in rete gli spazi all’interno di ex edifici pubblici abbandonati, chiamati  appunto “Laboratori Urbani”, nel nostro caso il Maggese. Al bando possono partecipare associazioni o imprese, composte in maggioranza da giovani di età compresa tra 18 e 35 anni, o già gestori dello spazio o in possesso di un accordo di partenariato con il soggetto gestore.

Il progetto in questione, nel quale abbiamo investito tempo, entusiasmo, che coinvolgeva altri partner e professionisti, è pronto da due mesi con tutti gli allegati necessari, manca solo la lettera di adesione al progetto da parte dell’ente pubblico proprietario dello spazio “Cantiere Maggese”, e quindi del Comune di Taranto. Una semplice lettera che non è mai stata redatta e che non comporta nessun onere per il Comune se non quello di manifestare la volontà dell’amministrazione di credere nelle potenzialità delle politiche giovaniliNon vorremmo rinunciare alla partecipazione al bando che mette a disposizione spazi, fondi e opportunità di recupero del laboratorio urbano, ma l’inadempienza, la scarsa volontà  di risolvere errori passati mascherata come cattiva burocrazia, ha fatto sì che non sia possibile proseguire, pur essendoci state possibilità e numerose occasioni di confrontoTuttavia vorremmo chiarezza ovvero che il Comune spieghi “pubblicamente” perché sceglie consapevolmente di non supportare i giovani di questa città.

Abbiamo avuto sin da subito intenzione e grande entusiasmo nel partecipare a questo bando e ben chiare le idee sulle forze da mettere in campo, scegliendo di farlo come Associazione di Promozione Sociale “Taranto Ribellati”. È da anni che abbiamo scelto di impegnarci giorno dopo giorno, per non lasciare che il declino di questa città prendesse il sopravvento su ciò che c’è di buono, sulle risorse, umane, da valorizzare. Talenti pieni d’idee, forza ed entusiasmo che non si arrendono alla mancanza di prospettive, dovuta alla gestione poco oculata della cosa pubblica, e ad un’economia centrata solo sulla grande industria. In questi anni mettendo in atto pratiche di riappropriazione e riqualificazione di spazi abbandonati, abbiamo attivato percorsi di cittadinanza attiva, facendo circolare cultura, cercando di portare una ventata fresca di innovazione nel complesso contesto tarantino. Ma ci siamo sempre scontrati con chi non ha mai saputo né voluto vedere queste forme di riappropriazione come costruttive e utili per uno sviluppo dell’intera comunità.

Ci è sempre stata recriminata la colpa di intraprendere percorsi fuori dalle leggi, ma anche ora che abbiamo voluto cogliere la lecita possibilità data da questo bando regionale, torniamo a scontrarci con una cattiva amministrazione, che sembra ostacolare, piuttosto che favorire, processi di coinvolgimento dei giovani. Non riusciamo proprio a comprendere perché, questa volta, il Comune non abbia voluto sposare un progetto che doveva essere colto al volo come strumento di crescita e di rilancio. Per noi e per la città. Oggi prendiamo pubblicamente parola, attraverso questa nota, perché si sappia che manca la volontà politica, da parte dell’ente, di dare un futuro nuovo a tanti ragazzi come noi. Lo spazio “Cantiere Maggese” è fuori gioco da tempo, a causa di errori passati sulla gestione. Noi volevamo dare il nostro contributo per renderlo vivo, per farne luogo di condivisioni,cultura e buone pratiche, facendolo rinascere dopo anni di disattenzioni e dimenticanze che hanno tolto l’ossigeno ad un angolo della nostra Taranto, la città vecchia, che meritava altra fortuna. Non è questa la politica del fare, ma è la politica che distrugge le buone progettualità.

Nota stampa – A.P.S Taranto Ribellati

 

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