Ilva, domani super vertice a Roma convocato da Renzi

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renzi confL’avvio dell’analisi degli emendamenti del decreto Ilva delle commissioni Industria e Ambiente del Senato, iniziato ieri, fa pensare ad un approdo in aula la prossima settimana. Nel tentativo di ridurre al minimo i tempi necessari alla conversione in legge, pur nel rispetto dell’analisi con il dovuto approfondimento, la data ipotetica della prima votazione potrebbe essere il 10 febbraio. Ciò al fine di poter completare l’iter, nel rispetto dei 60 giorni necessari alla conversione in legge previsti, il 24 febbraio: questa l’ipotesi che circola negli ambienti romani rilanciata da Siderweb.

E’ infatti iniziata ieri, nelle commissioni Industria e Ambiente del Senato, l’illustrazione degli emendamenti presentati sul Dl Ilva. E’ probabile che le votazioni si concludano la prossima settimana visto che mancano ancora diversi pareri, tra cui quelli della commissione Bilancio. Tuttavia, per accelerare i lavori, come emerso dalla Conferenza dei capigruppo, nella giornata di domani, non ci sarà Aula e dunque le Commissioni interessate potranno proseguire l’esame del decreto legge. La Capigruppo ha inserito il Dl all’esame dell’Aula martedì prossimo, 10 febbraio appunto, come terzo punto all’ordine del giorno, dopo il Ddl sul negazionismo e quello sui reati ambientali. E’ quindi probabile che l’esame in Aula inizi mercoledì o giovedì prossimi. Sono inoltre attesi ulteriori emendamenti dei relatori, Salvatore Tomaselli (Pd) per l’Industria e Albert Laniece (Autonomie) per l’Ambiente. E non si esclude che possano arrivare proposte a firma del Governo.

Al momento, i relatori hanno presentato quattro emendamenti. Il primo prevede il mantenimento per 18 mesi dall’avvio dell’Amministrazione Straordinaria dei requisiti in capo alle aziende interessate dei requisiti per il mantenimento delle eventuali autorizzazioni, certificazioni, licenze, concessioni o altri atti o titoli per l’esercizio e la conduzione delle attività. La seconda proposta inserisce il sostegno alle imprese fornitrici prevedendo l’utilizzo di 24 milioni del Fondo di garanzia delle Pmi come leva per l’accesso al credito. Sono poi previsti 10 milioni per la messa in sicurezza del deposito ex-Cemerad e l’approvazione delle proposte presentate dal subcommissario sulla definizione delle misure di compensazione ambientale relative alle discariche nel perimetro dell’impianto di Taranto. Per evitare il rischio di un blocco del rientro delle somme sequestrate ai Riva, interviene un emendamento del Pd che prevede un meccanismo di emissione di obbligazioni.

A valutare nei dettagli il decreto Ilva, oltre al premier Matteo Renzi, ci saranno i ministri Federica Guidi (Sviluppo economico) e Pier Carlo Padoan (Economia e Finanza), il super-consulente Andrea Guerra, Franco Bassanini e Giovanni Gorno Tempini per la Cassa depositi e prestiti, Maurizio Tamagnini per il Fondo Strategico, oltre ai commissari Ilva, Piero Gnudi, Corrado Carubba ed Enrico Laghi. Un vertice a 10 previsto nella mattinata di domani, in cui si valuteranno i diversi aspetti del rilancio Ilva, tra cui la divisione in good company, affittata dalla new.co, che prenderà in carico impianti e dipendenti e una bad company nella quale confluiranno i quasi tre miliardi di debito Ilva. Lo riferiscono fonti di governo. Interpellate sul possibile inserimento nel decreto legge sull’Ilva in discussione in Senato delle norme sul cosiddetto veicolo ‘turnaround’ previsto dal Dl sulle banche e l’investment compact, le stesse fonti riferiscono che l’orientamento è quello di lasciare queste misure nel Dl banche e non anticiparle nel provvedimento all’esame di Palazzo Madama.

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