Decreto Ilva, si discutono gli emendamenti: quasi 300
È slittata a oggi la discussione, nelle commissioni Industria e Ambiente del Senato, sugli emendamenti al decreto Ilva, che riguardano anche l’indotto, e per questo motivo non è stato “smontato” il presidio degli operai davanti a Palazzo di Città e alla portineria imprese dello stabilimento siderurgico. Al momento non sono ancora arrivate le tanto attese garanzie per i crediti pregressi maturati dalle aziende dell’indotto prima del decreto governativo che immette l’Ilva in amministrazione straordinaria.
Sono poco meno di 300 gli emendamenti presentati nelle commissioni Industria e Ambiente del Senato sul Dl Ilva, alla scadenza del termine di ieri di mezzogiorno. Ancora non sono state formalizzate le proposte dei relatori. “Impegno nostro e del Governo – riferisce il relatore per la commissione Industria, Salvatore Tomaselli (Pd) – è di presentarli nelle prossime ore per risolvere la questione della tutela dell’indotto e velocizzare le procedure per le somme Fintecna”.
In particolare per l’indotto, ha spiegato il senatore, si pensa a due norme, una di carattere generale che terrà conto di tutti i creditori e l’altra per “dare un minimo di liquidità” attraverso il Fondo centrale di garanzia. Per quanto riguarda il contenzioso Fintecna, la semplificazione consisterebbe nella eliminazione di alcuni pareri come quello dell’Avvocatura dello Stato e del ministero dell’Ambiente. Lo riferisce ancora Tomaselli aggiungendo che invece non sarà a firma del relatore ma è stata già depositata a firma di senatori del Pd, la modifica che ripristina la normativa pre-decreto per evitare il rischio di blocco del rientro dall’estero di capitali dei Riva. Un punto che era stato sollevato dal procuratore di Milano, Francesco Greco, nel corso della sua audizione. “Entro la prossima settimana dobbiamo chiudere in Commissione e la successiva in Aula” ha concluso il relatore per quanto riguarda i tempi di esame del decreto legge che, dopo l’ok del Senato dovrà passare il vaglio della Camera.