Nessuno vi ha fatto caso. O l’ha capito o notato leggendo il decreto. Le cose che contano davvero, come sempre, vengono ignorate dalle tante menti “eccellentissime” presenti sul nostro territorio. Il decreto sull’Ilva e su Taranto approvato lo scorso 24 dicembre infatti, all’articolo 6 “Programma per la bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione dell’area di Taranto”, ha di fatto accentrato il tutto nelle mani del commissario straordinario per la bonifica Vera Corbelli, superando così un atto d’intesa che per legge viene sostituito a fronte di un decreto del governo.
La Cabina aveva iniziato i suoi lavori nel gennaio del 2013 (che su queste colonne ed anche e soprattutto dal sito inchiostroverde.it sono stati seguiti passo dopo passo). Ora, invece, lo ripetiamo nuovamente, cambia tutto. L’articolo 6 del decreto sull’Ilva e Taranto infatti, al comma 1 prevede che il commissario “è incaricato di predisporre un Programma di misure, a medio e lungo termine, per la bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione dell’intera area di Taranto, dichiarata ad elevato rischio di crisi ambientale, volto a garantire un adeguato livello di sicurezza per le persone e per l’ambiente e mitigare le relative criticità riguardanti la competitività delle imprese del territorio tarantino”.
Dunque, il nuovo programma di interventi (la Corbelli già subito dopo la sua nomina aveva tra l’altro dichiarato di essere pronta a fare varie ed importanti modifiche) dovrà essere redatto dal commissario e non più dalla Cabina. Programma che dovrà poi essere approvato dal “Tavolo istituzionale permanente per l’Area di Taranto” che sottoscriverà il “Contratto Istituzionale di Sviluppo” entro 30 giorni dall’approvazione del decreto.
Il comma 2 dell’articolo 6 prevede invece che alla predisposizione ed attuazione del Programma di misure “sono destinate, per essere trasferite sulla contabilità speciale intestata al Commissario straordinario, le risorse effettivamente disponibili (di cui al decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, convertito dalla legge 4 ottobre 2012, n. 171, di cui alla delibera CIPE 17/03 e delibere ad essa collegate 83/03 e successive modificazioni e 179/06)” cioè i famosi 119 milioni di euro finanziati nel 2012, “nonché le risorse allo scopo impegnate dal Ministero dell’Ambiente e ulteriori risorse che con propria delibera il CIPE può destinare nell’ambito della programmazione 2014-2020 del Fondo di sviluppo e coesione, per il prosieguo di interventi di bonifiche e riqualificazione dell’area di Taranto”.
Risorse, quest’ultime, che devono ancora essere individuate. Attualmente, nel portafoglio del commissario vi sono i 65 milioni di euro stanziati dalla Regione Puglia. Che poi dovranno essere implementati dalle risorse che stanzierà il governo. Sul Mar Piccolo, la stessa Corbelli la scorsa estate aveva dichiarato di volerlo implementare ed allargare. Nel frattempo, tutto resta fermo.
Gianmario Leone
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