TARANTO – “Le affermazioni del presidente di Confindustria Taranto sulla situazione delle imprese del sistema Ilva, rilasciate ieri, sono gravissime e irresponsabili. La logica del tanto peggio tanto meglio semina soltanto frutti velenosi e prepara una nuova strage occupazionale. La Fiom prende le distanze e si rivolge a tutti i lavoratori, alla città, al territorio affinchè la follia estremistica venga isolata”. Sono le parole di Donato Stefanelli, segretario generale Fiom Taranto, che in una nota aggiunge: “Rivolgiamo medesimo appello a quelle imprese che intendono invece assumere una funzione socialmente responsabile, così come afferma la Costituzione italiana. Confindustria ha così gettato la maschera e ha fatto suo l’atteggiamento di quei “prenditori” che nell’ultima settimana hanno soffiato sul fuoco della protesta dei lavoratori dell’indotto e aizzato gli stessi a forme estreme di protesta, utilizzandoli come scudi umani contro tutto e contro tutti. Le imprese tarantine, fatte le dovute eccezioni, in tutti questi anni e ancor prima che scoppiasse l’emergenza Ilva non hanno mai fatto sistema, e nell’impatto della crisi hanno saputo solo far ricorso massicciamente alla cassa integrazione e ai licenziamenti collettivi. La logica del “muoia Sansone con tutti i filistei” annuncia soltanto altri licenziamenti di massa, colloca Confindustria di Taranto contro i lavoratori e gli interesse della comunità tarantina. Ora occorre modificare le forme di lotta dei lavoratori degli appalti e dell’indotto. Rivendichiamo il riconoscimento del “bacino occupazionale” e della “clausola sociale” per tutti i lavoratori Ilva, dell’appalto e dell’indotto. Si decidano nuove forme di mobilitazione, senza escludere una manifestazione a Roma per rivendicare nei confronti del Governo le modifiche da apportare al Decreto per Taranto e Ilva”.