Inoltre, è giustificato sostenere, che si potranno invocare le “obiettive condizioni di incertezza” che lo Statuto del contribuente (articolo 10, comma 2 della legge 212/2000) indica come motivo per sospendere le sanzioni: in sostanza, non dovrebbero essere applicate more ai pagamenti posteriori alla scadenza. A tal proposito, l’assessore al Bilancio Giuseppe Cervellera dichiara: “Lo stato continua a scaricare sugli Enti Locali la sua incapacità a reperire risorse necessarie per coprire i suoi desiderata. Tutto ciò si traduce in meno servizi e più tasse per i cittadini, con i Comuni che non hanno alcuna possibilità di incidere per evitare tutto ciò. Esempio lampante è proprio l’Imu agricola per la quale dalla mattina alla sera il Governo ha prelevato dalle casse comunali, quindi da quelle dei cittadini, ben 500 mila euro che ci ha imposto di recuperare con la tassa sui terreni. Tale modo convulso di legiferare in materia di entrate tributarie sta moltiplicando le difficoltà di cassa per i comuni e sta alimentando una pericolosa tensione sociale a cui deve esser prestata la massima attenzione da parte di tutti”.
Per questo Agrinsieme ha sollecitato un intervento immediato del Governo sul pagamento dell’Imu sui terreni agricoli. Il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari denuncia che l’Imu sui terreni montani e collinari da pagare nel 2014 non prevederà la sospensione dei criteri altimetrici. “La decisione del TAR del Lazio – afferma Agrinsime – che non proroga la sospensione del decreto ministeriale oltre il 21 gennaio, fa rivivere i criteri altimetrici per il pagamento dell’imposta entro il prossimo 26 gennaio, di cui al decreto legge n. 66/14, creando il caos per i versamenti che evidentemente non potranno essere realizzati in un lasso di tempo così ristretto”. “Il silenzio assordante del Governo, che nel Consiglio dei ministri di ieri non ha preso alcuna decisione sull’argomento – commenta il coordinamento – dimostra ancora di più l’indifferenza verso le legittime aspettative delle imprese agricole, per una revisione di un tributo che è considerato dalla stessa politica e dall’ANCI iniquo e vessatorio”. Agrinsieme chiede infine ai responsabili politici e ai ministri competenti “un intervento immediato che proroghi la scadenza del pagamento in attesa di una riconsiderazione complessiva dei criteri di esenzione per i terreni agricoli delle zone montane”.
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