Ilva, in marcia la protesta dei lavoratori dell’indotto
TARANTO – Un’esasperazione che si taglia a fette. E’ quella dei lavoratori dell’indotto Ilva, da mesi senza stipendio. Oggi, dopo aver dato vita ad un corteo partito dalla portineria imprese del Siderurgico, hanno raggiunto il palazzo del Governo dove si è tenuto un incontro tra il prefetto di Taranto Umberto Guidato e i segretari territoriali dei sindacati metalmeccanici (Fiom-Cgil, Fim Cisl e Uilm-Uil).
Ricordiamo che le aziende dell’indotto vantano crediti per 250 milioni di euro, mentre i dipendenti coinvolti sono all’incirca 3.000. Con il decreto approvato dal governo alla vigilia di Natale, in attesa di conversione in legge da parte del Parlamento, si passerà all’amministrazione straordinaria, procedura richiesta formalmente oggi dal commissario straordinario Pietro Gnudi. Questo potrebbe comportare il blocco e il congelamento del pagamento dei debiti della aziende dell’indotto Ilva. I sindacati intendono premere sul Governo per fare rientrare nel decreto anche queste aziende che altrimenti sarebbero vittime di un’ingiusta discriminazione.
Secondo fonti sindacali hanno preso parte al corteo un migliaio di persone. A loro si è unito anche il sindaco di Taranto Ippazio Stefano che in mattinata ha scritto una nuova lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi per rappresentare «una vicenda che, sempre più, assume i contorni di una drammatica emergenza economica e sociale pronta ad esplodere». Secondo Stefàno è necessario «un ulteriore e tempestivo sforzo teso a dare certezze anche alle tante imprese dell’indotto che rappresentano una componente fondamentale della nostra economia, al pari dello stabilimento Ilva. È emersa l’esigenza, in particolare, di ricercare le soluzioni tecniche e normative in grado di assicurare il pagamento delle spettanze fin qui maturate dal locale indotto». In alternativa – continua il sindaco – si punta all’individuazione «di solidi e certi percorsi di garanzia di tali crediti in grado di far affluire la liquidità necessaria alla sopravvivenza delle imprese». Infine, è «indispensabile l’individuazione di misure atte a garantire la continuità del sistema delle imprese locali, anche nell’ambito dei procedimenti di riassetto e di rilancio dello stabilimento Ilva».
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