TARANTO – «La strada tracciata dall’intervento dello Stato su Taranto e sull’emergenza ambientale e produttiva prodotta dall’Ilva indica un punto di partenza ma resta ancora molto fumosa sulla meta da raggiungere». Lo dichiarano il segretario generale della Cgil di Taranto, Giuseppe Massafra e il segretario territoriale della Fiom, Donato Stefanelli, riferendosi al decreto per Taranto. Il provvedimento governativo, aggiungono, «rischia di lasciare irrisolti alcuni dubbi di nodale importanza» e «va dunque migliorato, così come vanno precisate e affinate alcune norme di contesto. Il rifermento agli ‘adeguati livelli occupazionalì ci preoccupa sul piano della tenuta dell’attuale situazione occupazionale dello stabilimento». Un cambio di assetti della società «con l’avvio dell’amministrazione straordinaria – temono i due sindacalisti – potrebbe mettere in discussione la continuità del contratto di solidarietà per i lavoratori diretti e qualsiasi garanzia occupazionale per i lavoratori dell’appalto. Nel decreto poi, non vi è alcun riferimento alla new.co, alla tempistica riferibile alla sua costituzione e alla sua dotazione finanziaria» e mancano, in relazione al «tema delicatissimo del processo di ambientalizzazione» i «riferimenti temporali – spiegano Massafra e Stefanelli – alla realizzazione dei lavori Aia». Infine, «rimangono le perplessità circa il reperimento delle risorse per il risanamento e l’esercizio dello stabilimento di Taranto anche attraverso l’utilizzo delle somme sequestrate alla famiglia Riva» e «non è stata prevista – concludono i segretari di Cgil e Fiom – alcuna garanzia per i crediti dei lavoratori e del sistema dell’appalto». (ANSA)