L’elenco dei fallimenti, secondo D’Amato, è lungo: “Il grande piano per gli investimenti è un bluff: poche risorse e nessuna concreta idea di sviluppo – ha attaccato – Il tanto atteso documento sulla flessibilità non ha risolto alcunché: le regioni, come avviene nel Sud Italia, non riescono a spendere i fondi Ue per via del cappio del patto di stabilità. Un cappio che non è stato tolto”.
Per queste ragioni, D’Amato ha chiesto alla Presidenza lettone un impegno forte su questo tema: “Il cofinanziamento dei fondi Ue deve essere scomputato dal patto di stabilità”. D’Amato ha chiesto poi un impegno chiaro sul fronte ambientale: target più ambiziosi su clima e ambiente, la costruzione di un’economia più ‘verde’ ed efficiente dal punto di vista delle risorse e regole comuni per frenare la corsa al petrolio nel mar Mediterraneo: “E’ stato fatto tanto a livello europeo per la pesca sostenibile – ha detto – ma se a inquinare e a distruggere il Mediterraneo sono le trivelle, l’Europa volge lo sguardo altrove. Un’ipocrisia che rischia di mettere in pericolo anche l’implementazione di importanti politiche, come la Strategia adriatico-ionica. Eppure – ha concluso – è proprio nell’Adriatico che la Croazia ha da poco dato l’ok a 10 concessioni per trivellare”.
Il video dell’intervento a Strasburgo
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