Dopo l’ingresso in amministrazione straordinaria “si costituirà una società a capitale pubblico che prenda in affitto l’azienda Ilva e ponga in essere tutte le iniziative necessarie a risanarla”. Ovviamente sarà il Governo a decidere la composizione societaria della newco a partecipazione pubblica che prenderà in affitto lo stabilimento ionico secondo le norme previste dal decreto del 5 gennaio 2015. Secondo la procedura concorsuale, ha riferito Gnudi, con l’ammissione in amministrazione straordinaria saranno bloccati tutti i pagamenti e «i vecchi creditori saranno pagati con moneta concorsuale»
«Bisogna produrre acciaio in maniera economica ma anche ambientalmente sostenibile – ha aggiunto – non si può avvelenare un territorio. E’ una cosa tecnicamente possibile». Sollecitato dai parlamentari sul Piano industriale, Gnudi ha precisato che dovrà essere approvato dalla società che prenderà l’azienda in affitto: «Noi comunque un piano lo abbiamo fatto della durata di cinque anni. Purtroppo anche nel 2015 si perderanno dei soldi perché chiuderemo l’AFO 5 che ha venti anni e va rifatto ed è l’altoforno più grande d’Europa. Ci vorranno circa otto mesi di fermo. Poi la produzione riprenderà. Nel 2016, si potrà tornare in pareggio e nel 2017 si potrà tornare in utile».
Il sub commissario Corrado Carrubba ha comunicato che finora sono state ottemperate 88 prescrizioni Aia – tra impiantistiche e gestionali – sulle 92 che scadono a luglio 2015. Com’è noto, il decreto all’esame del Parlamento, prevede che venga adempiuto all’80% delle prescrizioni in scadenza per quella data. Ma nel 20% restante ricade, tra le altre cose, proprio l’opera di maggiore rilevanza ambientale: la copertura dei parchi minerali. «Seppur tra mille difficoltà, l’Ilva ha finora impegnato 600 milioni in interventi ambientali – ha aggiunto Carrubba – di questi ne ha spesi 350». (A. Cong)
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