Ilva, Peacelink: un anno in fumo

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ilva-nuovo1Il 2014 è stato l’anno in cui finalmente a Taranto hanno finito di dire che l’aria era “eccellente” e che quelli dell’ILVA erano “vapori”. Il nostro bilancio del 2014 registra la fine dell’arroganza di chi ci voleva zittire. L’aggravamento della procedura di infrazione europea ha fatto definitivamente chiarezza: PeaceLink ha avuto ragione. E con PeaceLink hanno avuto ragione tutti i cittadini indignati che non credevano alla narrazione tutta politica di una città rasserenata, pulita e bonificata. Abbiamo invece per dodici mesi sostenuto che il pericolo delle emissioni dell’ILVA incombeva ancora sulla città. E alla fine con noi lo ha detto anche la Commissione Europea.
Oggi lo possiamo dire – misurazioni alla mano – con sempre maggiore sicurezza, dato che le concentrazioni degli IPA cancerogeni non cennano a dimuire in città quando le case subiscono il vento che viene dall’area industriale. Per ricordare che Taranto è ancora una città a rischio, per l’ultimo dell’anno la web TV di PeaceLink trasmetterà dalle ore 8 in non stop su www.peacelink.it il filmato “Un anno in fumo”.  Realizzato da Luciano Manna, il filmato raccoglie alcune delle immagini che l’associazione ha portato alla Procura della Repubblica. Esse documentano visivamente la prosecuzione dell’inquinamento dell’ILVA. Sono quelle emissioni talmente evidenti che hanno fatto dire alla Commissione Europea: “La maggior parte dei problemi deriva dalla mancata riduzione degli elevati livelli di emissioni non controllate generate durante il processo di produzione dell’acciaio” (parere motivato del 16 ottobre 2014). 

PeaceLink si attende dal 2015 il deferimento del Governo Italiano alla Corte di Giustizia dell’Unione Europeaper il mancato rispetto dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Il Governo Italiano sta tentando maldestramente, con il nuovo decreto pre-natalizio (tecnicamente ancora in fase di ultimazione), di modificare in peggio l’Autorizzazione, invece di mettere a norma gli impianti. Questa dilatazione del cronoprogramma AIA sarà nefasto per la città. Ne esce malissimo l’immagine del governo italiano. Da due anni latita sulle regole di sicurezza ambientale relative alle emissioni degli impianti. I ministri si sono specializzati in decreti emergenziali non per mettere a norma gli impianti ma le situazioni di inadempienza.

I governi hanno dato pessima prova di sé. Negativo è stato il ruolo del Presidente della Repubblica Napolitanoche non ha messo la salute dei cittadini di Taranto al primo posto, nonostante le pressanti richieste ricevute. A luglio abbiamo saputo che i bambini di Taranto registravano un eccesso di tumori pari al +54% rispetto alla media regionale. Il silenzio di Napolitano ha accompagnato la negligenza e l’accidia della classe politica di governo che non ha saputo inginocchiarsi di fronte a questo martirio.   Il 2015 sarà l’anno del contenzioso decisivo fra il Governo Italiano e la Commissione Europea. Il rispetto delle norme europee non potrà essere rinviato ancora. Il governo italiano si potrà sottrarre alle norme europee solo peggiorando la sua già precaria situazione. I cittadini di Taranto attendono giustizia, mentre il governo ha offerto solo un lungo elenco di promesse non mantenute.

Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink

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