Stato di agitazione da questa mattina alla Sanac per la crisi occupazionale che colpisce l’area di Massa Carrara. I primi campanelli d’allarme alla Sanac di via Dorsale erano già suonati lo scorso anno. Poi, di nuovo in questa ultima estate. Ora il grido di allarme è più forte e preoccupante. L’azienda di proprietà del gruppo Ilva, che produce refrattari per impianti siderurgici, rischia lo stop alla produzione. Con conseguente possibilità di ricorso a cassa integrazione e licenziamenti. Il problema, spiegano Cgil, Cisl e Uil, si chiama “mancanza di liquidità”. Cioé: l’Ilva di Taranto – impelagata com’è nelle vicende giudiziarie che hanno portato agli arresti di parte della famiglia Riva – non paga le forniture realizzate dalla sua controllata Sanac, che ha quattro stabilimenti sparsi per l’Italia. Un problema che si ripete ciclicamente, anche se questa volta sembra assumere aspetti strutturali. Ci sono state interrogazioni parlamentari, gli operai hanno provato a far sentire la loro voce ma al momento nulla si è ancora sbloccato. Compreso l’indotto, sono coinvolti 150 occupati.